“Responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia“. Così si è espressa la Corte penale internazionale, dopo aver emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin.
L’azione della Corte sembra connotata da un valore politico, ma ancor più paradossale è l’approvazione di questa decisione da parte degli Stati Uniti. Nel 2018 gli USA hanno minacciato di arrestare i giudici della Corte penale internazionale se avessero perseguito gli americani per crimini di guerra in Afghanistan: notizia riportata, tra gli altri, da Reuters e France 24.
Abbiamo chiesto a Francesco Amodeo di spiegarci chiaramente come stanno le cose.
“Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Bolton, definì la Corte come un organismo irresponsabile e assolutamente pericoloso, ed ha poi affermato che qualsiasi indagine sui membri dei servizi statunitensi sarebbe stata un’indagine assolutamente infondata e ingiustificabile. Oggi invece Biden esalta quei giudici.
Ha definito assolutamente legittima e giustificata l’operazione contro Putin, quindi come al solito, 2 pesi e 2 misure. Noi siamo gli USA, voi chi c***o siete“.
Quella di incriminare Putin? “Una decisione storica“, dice Zelensky. Chissà cosa avrebbe detto in momenti storici differenti.
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