Elly Schlein ha vinto le primarie del Pd e ne è diventata la nuova segretaria. Vince con il 53,8% contro il 46,2% di Bonaccini. Dopo l’annuncio della vittoria ha dichiarato di fronte ai suoi elettori: “Saremo un problema per il governo di Giorgia Meloni. Daremo un contributo a organizzare le opposizioni a difesa dei poveri, contro un governo che li colpisce, saremo a difesa della scuola pubblica nel momento in cui il governo tace davanti a una aggressione squadrista. Faremo le barricate contro ogni taglio alla sanità“. Su la prima pagina di Repubblica leggiamo: “Una sorpresa di nome Elly“. In effetti c’era una sensazione diffusa che vincesse Bonaccini, che in realtà ha vinto sulle votazioni dei circoli, l’apertura al voto online ha ribaltato il risultato. Tutti poi parlano di rinnovamento quando la Schlein è sostenuta da personaggi di lungo corso come Franceschini.
Oltretutto un’associazione politica di Brescia ha dimostrato quanto sia vulnerabile il sistema delle primarie, mostrando in un video un loro associato, che è riuscito a votare 5 volte andando di volta in volta in un circolo diverso. Sul Corriere della Sera c’è invece un’analisi di Roberto Gressi che titola: “La scossa dai gazebo che divide il partito“. Riporta quindi anche lui come il voto dei non iscritti al partito, abbia avuto un gran peso sul risultato finale. Prima di gridare alla rivoluzione teniamo conto che su diversi temi la Schlein è sembrata molto sfuggente. Prendiamo ad esempio il tema della guerra, sul quale il suo elettorato rimane abbastanza diviso, la nuova segretaria non si è mai espressa chiaramente.
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