Dopo le scelte discutibili di politica monetaria l’economista della BCE Philip Lane sul Financial Times evidenzia una serie di problemi sulle prospettive future della politica economica dell’Europa. Sulle politiche di bilancio Philip Lane torna a parlare del tema centrale, della sostenibilità del debito. La novità importante però è che su uno dei più autorevoli giornali mondiali in materia di economia qualcuno comincia a dire che bisogna: uno tornare alla normalità; due smetterla con le politiche di austerità.
Una rivoluzione copernicana rispetto a quel che abbiamo sentito negli ultimi venti anni. Lane non si fa comunque mancare la solita tirata di orecchie per i Paesi con debito eccessivo, per i quali secondo lui ci deve essere un quadro di regole per la riduzione del rapporto debito PIL. Il solito tema neoliberista, con manovre che dovrebbero consente di avere spazio di manovra in caso di shock esterni. Infatti se tu sei molto indebitato e ti arriva uno shock esterno come una pandemia o una guerra, a quel punto vai ancora più in crisi e allora devi poter avere dei margini di manovra per porre rimedio e non sprofondare.
Quello che è importante è che questi articoli, pur se ripetono la visione capitalistica del fatto che si genera troppo debito eccetera, tornano a parlare di normalità e di fine dell’austerità, Mi sembrano degli sprazzi di buon senso in mezzo a un delirio collettivo.
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