Ormai è un pullulare di studi secondo cui qualsiasi cosa tu fai aumenta il rischio di mortalità. Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo che cita uno studio secondo cui se cucini a pranzo e a cena sei a rischio di mortalità più di quanto non causi il fumo passivo; nei mesi passati studi analoghi sono usciti sulla carne rossa, sul passare troppe ore nel traffico, su una eccessiva attività sessuale. “Per quella cosa lì, che tutti sappiamo, invece non c’è alcuna correlazione“, ironizza il Prof. Vanni Frajese. “Addirittura qualche settimana fa sono incappato in uno studio secondo cui le reazioni avverse sarebbero causate non tanto dai vaccini, ma dalla paura stessa di incorrere in detti eventi avversi indotta in loro dai no vax“. Insomma, vasocostrizione e miocardite sarebbero colpa dell’influenza delle opinioni di chi non vuole vaccinarsi.
“Alcune regioni italiane sono arrivate a vietare le stufe a legna e quelle economiche con cui sono cresciute intere generazioni: siamo al ridicolo”, sbotta Alessandro Meluzzi. “Questo si chiama “cultura del post maketing”. Fino a Berlusconi si parlava di marketing, poi lui l’ha portata nella politica. Nel marketing conta solo l’opinione di chi non ha un’opinione, il che ha garantito una società mercantile per oltre 100 anni. Oggi la cosa è superata: si è capito che esiste un sistema più semplice. O si vieta qualcosa, o se ne impongono altre. Molto più efficace e meno dispendioso”.
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