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Mosso da Washington, Zelensky dichiara le sue reali intenzioni: niente pace se non a queste condizioni

Così ha detto al G7 il guitto dei guitti Zelensky, attore Nato prodotto in vitro da Washington, anzi da Hollywood direttamente visto che esordì come attore di una serie televisiva intitolata “Servant of the people” che meglio andrebbe resa come “Servant of the american ruling class”.
Queste le parole del guitto Zelensky al G7, così come vengono riportate testualmente da Il fatto Quotidiano: “Con Putin non può esserci dialogo, colloqui solo con un nuovo Leader” e chiede uno scudo aereo contro i droni russi. Da queste parole del guitto dei guitti si evincono due nodi concettuali assolutamente decisivi: anzitutto il fatto che non ci può essere alcun dialogo con Putin, ebbene sì così parlò il guitto Zelensky: “Con Putin non può esserci dialogo”. In questo modo ci fa gentilmente sapere che non cerca la pace ma la guerra mondiale, questo era già noto da tempo e ora ne abbiamo conferma, quod erat demonstrandum, lo dice apertamente senza perifrasi edulcoranti, senza ambagi.

L’Ucraina del guitto Zelensky non sta cercando dialogo, colloqui, negoziati e magari una possibile via per una risoluzione più o meno pacifica delle ostilità. No, il guitto Zelensky ha già stabilito e lo dice apertis verbis: “Con Putin non può esserci dialogo” ma dunque solo guerra totale, solo contrapposizione mediante le armi. Insomma, il guitto Zelensky sta sacrificando il proprio popolo utilizzandolo a mo’ di “scudo” e di “carne da macello” per i superiori, o presunti tali, interessi della Nato e dell’imperialismo a trazione statunitense: questo è il primo punto che affiora con limpido profilo dal suo discorso.

Il secondo aspetto di non minore importanza sta tutto racchiuso nelle seguenti parole: “Colloqui solo con un nuovo leader”. Ebbene sì, decide lui, cioè Washington in verità, che utilizza il guitto Zelensky come “fantoccio senz’anima”, decide Washington chi dev’esserci al Cremlino, con Putin nessun dialogo ma solo guerra totale. Il dialogo potrà esserci solo con un nuovo leader, siamo alle solite: l’imperialismo occidentale che utilizza come fantocci i personaggi vuoti, mere marionette senz’anima come il guitto Zelensky, decide anche chi dev’esserci nell’altra parte, chi dev’esserci al governo degli altri paesi. Insomma con Putin non si può dialogare, si potrà dialogare solo se e quando, in luogo di Putin ci sarà un Leader gradito da Washington. Chiarissimo evidentemente, Washington decide non solo sovranamente a casa propria, com’è legittimo, ma anche con eguale potenza di sovranità – e questo è meno legittimo – presso le altrui realtà.

La Russia per poter sedere al tavolo delle trattative dovrebbe avere un presidente gradito a Washington e se c’è Putin, e non un presidente gradito a Washington, non si può dialogare con Putin ma bisogna fare la guerra ed è colpa ovviamente di Putin se non ci si siede al tavolo ma si continua a fare la guerra.
Così è in sintesi compendiata la demenziale, surreale e pericolosissima narrativa messa in piedi da Washington e dai suoi scagnozzi senz’anima come il guitto Zelensky, attore Nato mero fantoccio mosso da Washington nel proprio interesse esclusivo. Quando si capirà realmente che cos’è l’imperialismo pericoloso di Washington, dell’unica nazione indispensabile (come si autoproclama con Bill Clinton nel ’97), della “Nazione eletta da Dio” (come si proclamava poi con Bush junior) e come non vedere i pericoli reali che non sono nella Russia di Putin e nella Cina di Xi Jinping ma sono soprattutto nell’imperialismo statunitense Made in Usa?

Con questo non si intende santificare la Russia di Putin o la Cina di Xi Jinping, sia chiaro, anch’esse sono potenze con mille limiti, innegabile. Bisogna però riconoscere che nel quadro dei rapporti di forza e nel diagramma delle potenze in campo, l’imperialismo più pericoloso della monarchia che pretende di dominare il mondo è quello statunitense.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro

Diego Fusaro

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