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Ci sono dinamiche governative che non possiamo ignorare: necessaria distanza dai vecchi burattinai

“Non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell’integrità territoriale di una nazione sovrana, ma anche perché il modo migliore di difendere il nostro interesse nazionale”.

Vede, Presidente, lei da questo momento in poi smette di apportare novità e si allinea perfettamente al solco già tracciato dal Pd e dall’Agenda Draghi. Un tragitto che porta dritto al baratro. Il successo o meno del suo Governo e quindi di noi italiani. Un successo, infatti, che noi tutti auspichiamo per non vedere mai più il centrosinistra al potere, passa proprio da questo snodo cruciale: riuscire a far sì che lei sulla politica internazionale non si allinei alle posizioni dei burattinai dei governi precedenti e faccia quanto prima una brusca ma indispensabile inversione di rotta prima di portare il popolo italiano che lei stessa dice di voler difendere allo schianto.

Nelle guerre non esistono solo aggrediti e aggressori. Troppo facile questa semplificazione. Esistono anche azioni preventive da parte di chi, avendo la certezza di essere sul punto di ricevere una aggressione, si trasforma lui stesso da potenziale aggredito in aggressore. E queste sono dinamiche che noi non possiamo ignorare solo perché non vogliamo scontentare dei potentati. E riprendo a questo proposito le sue stesse parole: “Noi non siamo intervenuti in Ucraina nel 2014, quando gli americani fomentano una rivolta contro un governo democraticamente eletto. Non siamo intervenuti quando i loro guerrafondai senatori andavano a parlare sul palco coi rivoltosi, anche a nome dell’Europa, rendendosi protagonisti di una ingerenza senza precedenti negli affari di un altro Stato. Le consiglio di guardare il video del discorso del senatore americano John McCain sul palco di Kiev, circondato dai membri dei battaglioni neonazisti. Ascolti poi l’intercettazione della portavoce del Dipartimento di Stato americano, Victoria Nuland, che dalla piazza di Kiev, dove si trovava tra i rivoltosi, mandava letteralmente affanculo l’Unione europea, quindi anche noi. Quando parlando con l’ambasciatore americano a Kiev, pretendeva di essere lei a trovare il presidente, a scegliere il Presidente del Consiglio in Ucraina. “Fuck European Union”, questa è la frase esatta.

Legga poi gli articoli del Sole24Ore del 2014 che raccontano di come lo speculatore internazionale George Soros, ossia quello che fece in passato crollare la lira italiana, abbia contribuito con delle società private a scegliere i membri del Governo di Kiev come se si fosse trattato di scegliere i membri di una multinazionale. Altro che paese sovrano, non le fa onore dire una baggianata del genere a proposito dell’Ucraina. Soprattutto a lei che ha piena contezza di cosa voglia dire essere sovrani a casa propria. Nulla di sovrano o di democratico è stato mai fatto in Ucraina, a partire dal 2014, quando è diventato un Paese ostaggio degli Stati Uniti che addirittura imposero dei ministri americani nel governo in Ucraina ed imposero il figlio del vicepresidente americano Joe Biden ai vertici delle principali compagnie del gas. Dove sta la sovranità ucraina? E dove stavamo noi difensori di quella sovranità davanti a questo scempio e a queste inaccettabili ingerenze? Eravamo in silenzio per non scontentare certi potentati. Vede che alla fine si arriva sempre lì e siamo rimasti in silenzio, pur sapendo che quelle inaccettabili ingerenze avessero poi costretto Putin ad agire. Saremmo stati noi, come Europa, a subire tutte le conseguenze, così come poi è accaduto.

La Matrix Europea – La verità dietro i giochi di potere con Francesco Amodeo

Francesco Amodeo

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