Il centrodestra ha vinto ma la sorpresa di queste elezioni è stata la rimonta del M5S che si prende la sua rivincita dopo le fuoriuscite degli scorsi mesi. Il Movimento 5 Stelle, fresco di scissione, finito nell’angolo dopo la caduta del governo e la rottura con Enrico Letta, si qualifica comunque come terzo partito con il 15%, ribaltando ogni pronostico. Conte è soddisfatto e parla di “grande rimonta del M5S” che al sud si conferma come primo partito.
Come si spiega questo risultato? Secondo il filosofo Paolo Becchi “gli italiani hanno preferito votare il M5S piuttosto che un populismo”. E continua: “Io qualche tempo fa sono uscito dal M5S dicendo che sarebbe diventato una costola del Pd: qui il problema è che forse il Pd diventerà una costola del M5S“. Un risultato insolito, quindi, che si può spiegare con il tipo di campagna elettorale che ha portato avanti il suo leader Giuseppe Conte. “Vedendo questi risultati, questi numeri, si nota che sono di un certo tipo ma sono numeri che nascono appunto da una posizione che ha assunto Conte. Sembrava non fosse lo stesso del Conte II, quello che abbiamo conosciuto con i decreti del Presidente che ci ha chiuso in casa per diversi mesi, ecc. Parlava veramente come se lui fosse sempre stato all’opposizione e come se il M5S fosse sempre stato all’opposizione, quando invece è stato per tantissimo tempo al Governo insieme a Draghi e forse non voleva neanche arrivare a questa conclusione del Governo Draghi”.
“Il problema del M5S è un altro: al Sud sono andati in pochi a votare, è vero, ma quelli che hanno preso il reddito di cittadinanza sono andati. Il problema fondamentale è che avendo insistito su quello, avendo fatto una campagna elettorale solo rivolta al sud Italia, è chiaro che in alcune regioni a stravinto. È comprensibile, non come l’altra volta che era al 45% ma è arrivato al 35%. Ora si tratta di vedere cosa succederà nel campo di sinistra (chiamiamola cosi) perché effettivamente il M5S ha ottenuto un risultato notevole”.
Siamo arrivati al punto in cui, secondo il filosofo, “non bisognerebbe più parlare di M5S. Questo non ha più niente a che fare il vecchio Movimento. Questo è il partito personale di Conte, un partito di sinistra che aspira ad avere la leadership nell’ambito della sinistra rispetto al Partito Democratico. Mentre quelli continuano a parlare di LGBT e di compagnia varia, effettivamente, Conte parlando di giustizia sociale, di reddito di cittadinanza, ecc. sicuramente attrae di più l’elettore di sinistra”.
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