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Spiegato il fallimento degli accordi di Minsk: dietro l’escalation militare un nome e un ricatto

Vadim Troyan, vicecomandante del terribile battaglione Azov, accusato dall’ONU, dall’OSCE, da Amnesty International. Prima è stato nominato comandante della polizia a Kiev, poi capo della polizia nazionale ucraina, poi addirittura vice del ministro dell’Interno nel governo Hrojsman. Il ministro Avakov, appunto, andava a braccetto con il leader di Azov: ha voluto gli uomini del battaglione a capo della polizia.
In seguito a questi battaglioni è stato affidato perfino il pattugliamento delle strade e addirittura la supervisione dei seggi elettorali.

Ora, ditemi voi quando mai nella storia italiana è capitato che qualcuno di Forza Nuova o di Casapound sia diventato:
– Procuratore generale della Repubblica,
– Viceministro dell’Interno,
– Consigliere del comandante delle forze armate,
– Comandante della polizia,
– Poliziotto con mansioni di pattugliamento delle strade.

Cosa dimostra tutto questo? Che nonostante il basso consenso elettorale a questi personaggi è stato dato un ruolo importantissimo ed un potere enorme, perché con le mani sull’esercito, sulla procura e sulla polizia potrebbero organizzare praticamente un golpe dal giorno alla notte. Il governo questo lo sa.
Dal 2014 i governi ucraini vivono sotto ricatto dei neonazisti: sono loro che hanno voluto far naufragare gli accordi di Minsk, quelli che avrebbero portato alla pace con la Russia e il cui fallimento ha invece consacrato l’escalation militare di Putin.

Il fatto che non abbiano consenso popolare non è quindi assolutamente una scusa per giustificare il loro operato, è piuttosto un’aggravante. Si tratta di persone che hanno un potere enorme che nessuno gli può togliere, pena un nuovo colpo di Stato: lo sanno tutti gli esecutivi che si sono susseguiti dal 2014 in poi.

A ignorarlo sono i giornalisti che abbiamo qui in Italia.

Se si ignora la piaga virulenta del neonazismo o si banalizza paragonandolo al “neofascismo” che c’è in Italia non si può fare giornalismo, non si può parlare della guerra in Ucraina, non si possono fare collegamenti col casco da Odessa.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo

Francesco Amodeo

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