“Non c’è stata nessuna presa della Bastiglia, niente di paragonabile all’incendio del Reichstag, e l’incrociatore Aurora non ha ancora sparato un solo colpo di cannone. Eppure di fatto l’assalto è avvenuto, ed è stato coronato dal successo: i mediocri hanno preso il potere”.
Ma chi sono questi mediocri? Secondo Alain Deneault per guadagnarsi questa nomea “non occorre altro che occupare il punto di mezzo, il centro, il momento medio elevato a programma, e abbracciare nozioni feticcio quali ‘provvedimenti equilibrati’, ‘giusto centro’ o ‘compromesso'”.
Ma quella di Deneault non è una caccia a chi ama il quieto vivere: il concetto che esprime nel suo libro “La Mediocrazia” è ben più sottile e radicato nel nostro tempo. La cultura della resilienza, con la quale veniamo abituati ad accettare l’inaccettabile, è ciò che magistralmente Dante aveva descritto nell’antinferno degli Ignavi, tipica di coloro che “non fuor mai vivi”, e anticamera di una serie di degenerazioni e devianze: l’assenza di competenze, di idee, di spirito critico, di carattere. Mediocrità e null’altro, insomma. E più zampilla meno ce ne accorgiamo: un meccanismo che si autoalimenta ed esalta il marcio nelle scelte politiche, nelle scelte individuali, negli argomenti mediatici.
Ma a chi sarebbe funzionale? Una ‘Restaurazione’ dopo la presa della Bastiglia dei mediocri è possibile?
Approfondiamo con Fabio Duranti.
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