Caduto il governo e sciolte le Camere, l’agone politico si concentra sul voto. La decisione di fissare le elezioni il 25 settembre, in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, costringerà i partiti ad accelerare i tempi della campagna elettorale e delle incombenze necessarie per presentarsi al voto.
L’ostacolo maggiore si sta rivelando la raccolta delle firme da presentare insieme a molti altri documenti un mese prima del voto. Ne servono molte ed è complicato raccoglierle in poco tempo. Il 21 e 22 agosto, infatti, sono i giorni riservati alla presentazione delle liste definitive che verranno presentate negli uffici centrali elettorali costituiti presso le Corti d’Appello.
Le ultime modifiche in tema di legislazione hanno ampliato significativamente il numero dei partiti esonerati dall’obbligo di raccolta firme per la presentazione delle liste alle prossime elezioni politiche. Una manovra che sta penalizzando i partiti minori.
“Il tema non è tanto la raccolta delle firme quanto riuscire a certificarle e fare i conti con una burocrazia che in qualche modo sembra viziata dal fatto che il palazzo non voglia il prossimo giro dei rompiscatole in Parlamento. Non voglio pensar male ma credo che anche lo stesso Capo dello Stato non voglia queste forze antagoniste in Parlamento, quindi toccherà scalare la montagna con le mani, con la fatica di noi scalatori poveri”.
La parole di Gianluigi Paragone.
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