Una brutta notizia di queste ore, che ci racconta come l’economia italiana stia andando a catafascio, è quella della chiusura di oltre 7mila esercizi commerciali adibiti a bar negli ultimi due anni, cioè da quando c’è stata la pandemia, la gestione di questo Covid. È un colpo duro per il commercio italiano, un colpo duro principalmente per la conduzione familiare di quelle piccole imprese che erano un po’ la caratteristica del nostro Paese.
Se poi andiamo a vedere le percentuali regione per regione ad esempio scopriamo che a Roma, nel Lazio, questa percentuale è molto alta. Ci sono state quasi il 10% di chiusure rispetto al complessivo. E questo avviene mentre, ad esempio, viene aperto Starbucks. È proprio questa sostituzione della domanda e dell’offerta di tante piccole imprese familiari, che erano un po’ anche la socialità italiana: “Dove vai? Vado al bar, passo a prendere il caffè”. Invece adesso vengono sostituiti da queste grandi carrozzoni multinazionali, che sono uguali da Helsinki all’Arabia Saudita, dal Trentino Alto Adige a Siracusa.
Le caratteristiche del nostro Paese, le caratteristiche identitarie, di socialità, vengono così annullate e cancellate. E poi viene colpita l’economia. Io credo che questa debba essere una valutazione: non cambia solo il dato economico, ma cambia anche il dato culturale. Veniamo schiacciati verso il basso in una sorta di macedonia, dove a contare sono la grande finanza e le multinazionali. Sono, direi, il vero nemico.
3 Minuti con Marco Rizzo
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