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Politica

La nuova variante Xe galvanizza le vedove dello stato di emergenza: stanno preparando il terreno per il prossimo autunno

L’emergenza bellica legata ai fatti di Ucraina non deve certo indurci a obliare l’altra emergenza, quella che ci ha accompagnato nei due anni appena trascorsi e che si è caratterizzata essenzialmente per essere un’emergenza epidemica, medica e scientifica. Ebbene sotto questo riguardo possiamo anzi ragionevolmente sostenere che l’ordine neoliberale si caratterizza a tutti gli effetti per essere per un verso il tempo della dissociazione tra crisi e critica, per un altro il tempo dell’emergenza permanente. Sotto questo riguardo non stupisce che ogni volta subentri una nuova emergenza, senza che la precedente si sia risolta.

Proprio in questi giorni si parla già di una nuova pericolosa variante, ancor più contagiosa di Omicron 2. Tale nuova variante si chiama Xe. Insomma lo yoyo virale è ben lungi dal fermarsi. La pandemia del rocchetto proseguirà per molto tempo ancora. E se è vero, come è vero, che ora ci troviamo nel ritorno ancora una volta alla fase 2, altrettanto vero pare essere il fatto che nell’autunno torneremo nuovamente alla fase 1.

Del resto si stanno mostrando tutta una serie di punti che avevamo adombrato fin da subito e che solo ora divengono chiari. In primis, lo stato di emergenza è terminato con il 31 marzo e molte misure dell’emergenza, tra cui il lavoro agile o l’infame tessera verde persistono. Ciò ci permette di dire che quelle misure non erano strumenti ma erano fini. Perché mai possono durare dopo la fine dello stato di emergenza, se si sono legittimate e sono nate come reazioni allo stato di emergenza?

Non stupisca poi un’affermazione che è stata rilasciata sul cinguettatore – detto Twitter – dal dottor Bassetti di Genova, uno dei protagonisti della stagione virologica degli ultimi due anni, il quale ha ammesso candidamente che il Green Pass ha ora assolto pienamente la propria funzione. Quella di indurre le persone a farsi benedire col santissimo siero. Eppure ci avevano raccontato nei mesi scorsi che l’infame tessera verde serviva per creare ambienti sicuri, per proteggere le vite, per evitare che il virus circolasse. Ora scopriamo che era un obbligo mascherato, un obbligo ancora più infame dell’obbligo stesso, che usa la vile forma del ricatto.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro

Diego Fusaro

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