Realtà e finzione si mescolano, rendendo indistinguibili i fatti dalle fake. Dopo le prime settimane di guerra Ucraina-Russia, le scene viste in Italia e non solo confermano vecchi detti del passato. In fin dei conti, aveva ragione Eschilo che già nel V secolo A.C. ci avvertiva che “in guerra la verità è la prima vittima”. Chissà se al momento della formulazione di tale aforisma, il grande drammaturgo ateniese avesse immaginato che il suo pensiero sarebbe stato valido nell’anno 2022 D.C.
Da una parte e dall’altra, la propaganda è entrata a pieno regime nelle trame del conflitto. Accuse di vere e proprie stragi, smentite che capovolgono le certezze date da tutti i filmati che ci vengono somministrati. Nel calderone della comunicazione di guerra si sono inseriti a capofitto i principali media italiani. Di colpo, le notizie dall’Ucraina hanno spodestato il regno instaurato dal Covid per oltre due anni.
Anche il programma Non è l’Arena, condotto da Massimo Giletti, ha spostato il massimo delle attenzione su quello che sta accadendo nell’est Europa. Il noto volto televisivo è stato al centro del dibattito per la sua “missione” nel campo di battaglia, dove ha documentato alcune immagini belliche. Tra gli elogi e le polemiche intorno all’iniziativa di Giletti, c’è un dettaglio rimasto inosservato. All’interno delle trincee russe, terreno che dovrebbe essere indurre alla massima precauzione, una svista è stata colta da Fabio Duranti. Il commento in diretta insieme a Diego Fusaro a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.
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