La guerra non si fa solo con le armi. Oltre alle esplosioni delle bombe e ai colpi di mortaio, l’offensiva Russia in Ucraina pare la vera occasione di rivalsa per la civiltà ex sovietica. Un certo fronte panrusso aspettava da tempo un momento come quello bellico per espandere le proprie ragioni oltre il confine. Tale sentimento è incarnato da Padre Kirill I, capo della chiesa ortodossa russa, che nel sermone della Domenica del Perdono ha benedetto il conflitto: “per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass […] dove c’è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale”.
Difatti la battaglia non riguarda solo il territorio ucraino. L’intera parte occidentale di mondo, uscita vittoriosa dalla fine della guerra fredda, si trova di fronte una coalizione fatta di conservatorismo, sovranismo e di valori legati alla tradizione e all’identità. Quello in corso di svolgimento potrebbe essere davvero uno “scontro tra civiltà”, come lo ha appellato il filosofo Alexander Dugin: da una parte la Russia in versione “Grande Madre” (probabilmente unita alla Cina), dall’altra gli Usa (nemico di sempre) e l’alleata Unione Europea.
Questa altra faccia della guerra, spirituale e sottaciuta dai canali mediatici più ufficiali, è stata analizzata in diretta da Diego Fusaro e Alessandro Meluzzi. Ecco l’intervento ai microfoni di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.
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