Invio di armi e integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea. Questi i punti cardine del discorso di Mario Draghi al Parlamento. Il Premier italiano il sostegno alla “resistenza” ucraina deve essere incondizionato e attivamente impegnato contro l’invasione russa. Le parole di Draghi sottolineano lo scontro valoriale tra la Russia di Putin e quella dell’Europa, uno ritorno ad un presunto scontro di civiltà dai toni quasi apocalittici.
Il Senatore di italexit, Gianluigi Paragone, prende la parola in Aula e attacca il discorso di Mario Draghi chiedendo chiarezza sugli aumenti delle materie prime, gas e carburante, e sulle reali intenzioni “belliche” dell’Europa e dell’Italia. Paragone sottolinea le criticità della posizione italiana nel quadro geopolitico e nei rapporti con la Russia, relazioni ora interrotte bruscamente rinunciando ad un ruolo di mediazione del governo italiano con il Cremlino.
Ecco l’intervento in Senato.
“Signor Presidente, in un giorno e mezzo Mario Draghi ci sta dicendo che vuole la pace, che però vuole dare più armi alla resistenza ucraina e che vede già l’Ucraina in Europa, in quell’Europa che ovviamente, nell’emergenza della guerra, deve compiere il salto e dotarsi di una identità di difesa comune. Esattamente come è successo con i vaccini – ha detto il governatore – dobbiamo avere la stessa lungimiranza per la difesa, cioè armi e strumenti militari in generale. Perché mai, scusate, dovremmo armare l’Europa e smontare l’Italia? Quando gli italiani avrebbero deciso che dovremmo rinunciare ad un altro pezzo di sovranità per assemblare l’Europa militare? Nei programmi elettorali del MoVimento 5 Stelle e della Lega c’era scritto ben altro, era una tesi sovranista quella. Quanto ad inviare altre armi, poi, non ho mai visto un negoziatore armare una delle due parti e poi essere credibile nel processo di mediazione. Se davvero vogliamo fermare questo conflitto e se davvero vogliamo che lo stesso non si allarghi, sarebbe bene tessere con pazienza e senza la muscolarità che ieri e oggi Draghi ha esibito, tanto i muscoli di Draghi sono dopati, lo sanno tutti.
Oggi Putin ha detto che vuole che il gas russo sia pagato in rubli, quel gas che al momento non ha fatto venire meno nemmeno di una goccia né agli europei, né agli ucraini. Non so cosa farete, di sicuro so che il rublo, nel mese di guerra, ha avuto una perdita del 42 per cento sull’euro nelle prime due settimane e ha recuperato il 32 per cento nelle ultime due: questa rivalutazione fa capire che le sanzioni non servono.
Draghi e il Governo cosa vogliono fare? Stare con l’Ucraina «senza se e senza ma» prevede il blocco del gas? Ditelo agli italiani, andate in televisione e dite che non compriamo più gas russo e pazienza se famiglie e piccole imprese dovranno ripensare le proprie economie. La Germania – ve lo dico – non lo farà, e l’Italia di Draghi?
Visto che ci siamo, Draghi potrebbe farsi spiegare dal suo ministro Di Maio come mai abbiamo pagato oltre tre milioni di euro al personale medico e militare mandato dalla Russia all’inizio dell’emergenza Covid. Oltre tre milioni per avere mascherine e tamponi e altro materiale sufficiente per un giorno di pandemia. Cosa c’è sotto, Draghi? Ce lo deve spiegare anche lei, visto che state saldando adesso parte di quel conto. O fa lo gnorri come con i soldi dei derivati?
Vengo all’ultima considerazione. Davvero pensate che l’entusiasmo solidaristico degli italiani basti per un popolo in fuga? Davvero pensate che oltre 10 milioni di sfollati – numero destinato ad aumentare – possa essere smaltito da un’Europa che sui flussi migratori non ha mai trovato una linea comune ma soltanto menefreghismo? Ditecelo”.
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