Il curling italiano sul tetto del mondo. La coppia della Nazionale azzurra composta da Stefania Costantini e Amos Mosaner ha sfatato un tabù apparentemente incrollabile. La vittoria 8-5 sulla Norvegia ha di fatto aperto una pagina del tutto nuova nel panorama sportivo dello stivale.
Poco più di 300 iscritti, appena 3 strutture federali attive nel territorio nazionale, una cultura abbastanza limitata sulla disciplina. L’impresa di questi due ragazzi, dal volto pulito e genuino, assume un rilievo speciale per il presente e per un roseo futuro. A tal proposito non dimentichiamo che le prossime Olimpiadi invernali saranno quelle di Milano-Cortina 2026.
“Crediamo – hanno dichiarato pochi minuti dopo l’apoteosi Mosaner e Costantini – che quello che abbiamo fatto sia stato importantissimo non solo per la nostra carriera, perché l’oro olimpico è un sogno che si avvera, ma per tutto il movimento del curling italiano che ha bisogno di una spinta. Quale miglior spinta di questa?“.
“Questa è una medaglia seria, bellissima e importantissima. Concordo con Giovanni Malagò che oggi ha detto che si tratta un po’ del corrispettivo della medaglia di Jacobs nei 100 metri della scorsa estate. Questi sono esempi che davvero ci ricordano che tutto può succedere. Sono due grandissime imprese in due sport che, per cultura, non ci appartengono così tanto o non più dai tempi di Mennea nel caso dell’atletica“.
“Complimenti dunque a questi due ragazzi del curling che sono anche una bellissima immagine di atleti. Entrambi sono in gran forma fisica e hanno dimostrato in gara una grande capacità di dialogo e lettura tattica. Io sono abbastanza affezionato a questa disciplina per varie ragioni. Prima di tutto perché ho frequentato la Finlandia per tanti anni e lì questo è uno sport molto noto. Inoltre sono anche torinese e nel 2006 ricordo molto bene che a Pinerolo esistono i tre impianti federali dove si pratica la disciplina. Circolavano all’epoca immagini anche divertenti con persone che circolavano lanciando pentole sul ghiaccio“.
“E’ davvero curioso che nel giro di pochi anni, e con un serbatoio limitato rispetto ai paesi esteri del Nord, ci sia stata questa affermazione rilevante. Attualmente in Italia gli iscritti si aggirano quasi sulle 400 unità. Sì, possiamo paragonare il trionfo della Nazionale italiana alle Olimpiadi di Pechino nel curling con l’ascesa a livelli rilevanti del calcio europeo per un paese come l’Islanda. La vittoria olimpica è indubbiamente frutto della programmazione. Tra l’altro, ricordiamolo assolutamente, la prossima edizione della Olimpiade invernale sarà quella di Milano-Cortina 2026“.
“Senza ombra di dubbio siamo nel momento più complicato nella storia dello sport di base nel nostro paese. Le difficoltà si collegano al fatto che in Italia il modello dominante di sport, da quando esiste la Repubblica, è stato sempre affidato al denaro privato. Parliamo di sponsor, investitori vari e famiglie. Quel denaro, dopo la pandemia, ora è molto meno disponibile così come c’è un problema enorme riguardante gli impianti. Per due anni le strutture, più o meno forzatamente, hanno dovuto chiudere i battenti. Questa ulteriore batosta del caro bollette sta davvero decretando la morte di tantissime realtà che gestiscono impianti pubblici e privati“.
Pierluigi Lantieri
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