Che i sieri anti Covid non siano “immunizzatori” (nel senso fattuale del termine) è una evidenza che trova riscontro nell’attuale situazione nella quale versa il Paese. Tra stato di emergenza prorogato di due mesi oltre il limite consentito dalla legge e nuove restrizioni che verosimilmente diventeranno ufficiali da domani 23 dicembre, con la cabina di regia convocata dal Presidente Draghi, si capisce come le decine di migliaia di inoculazioni non abbiano risolto il problema. Nonostante le prove che scorrono sotto i nostri occhi il Governo procede spedito con terza dose e somministrazioni ai minori.
Il fattore immunità viene ancora agitato da più parti come un obiettivo possibile. Del resto anche nei documenti ufficiali è stato più volte riportato il termine in questione, in alcuni casi anche in maniera ambigua. In un testo sul prodotto di Pfizer, ad esempio, si può notare una difformità tra due diverse versioni. In un primo documento pubblicato da Aifa si sottolinea come Comirnaty sia “utilizzato per la prevenzione di Covid-19, malattia causata dal virus Sars-Cov-2”. Da un secondo testo sulla stessa sostanza, questa volta non riconducibile all’Agenzia italiana del farmaco, si assiste a una modifica con l’aggiunta della seguente dicitura: “è indicato per l’immunizzazione attiva per la prevenzione di Covid-19”.
Il caso è stato commentato in diretta dal Prof. Giovanni Frajese e dall’Avv. Renate Holzeisen insieme a Fabio Duranti. Ecco l’intervento a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.
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