Enrico Michetti è il candidato in testa nella prima tornata elettorale a Roma. Si staglia intorno al 32% il gradimento per il civico scelto dal centrodestra che ha staccato la concorrenza nell’ordine di Roberto Gualtieri (poco sopra il 25%), Virginia Raggi (circa il 20%) e Carlo Calenda (intorno al 18%). Va delineandosi il più classico dei ballottaggi, destra contro sinistra, che si svolgerà domenica 17 e lunedì 18 ottobre.
Tra le sicurezze, a poche ore dalla chiusura delle urne, il passaggio al secondo turno per il professor Michetti. Nonostante le titubanze e il discredito arrivato da politica, media e società civile nel corso della campagna elettorale, le urne hanno sancito un risultato diverso dalle aspettative di molti.
Adesso bisognerà aspettare l’ufficialità dei numeri, prima di lanciarsi nella corsa a due verso il Campidoglio. Per commentare in esclusiva il responso delle votazioni il candidato sindaco a Roma Enrico Michetti è intervenuto ai microfoni del direttore Ilario Di Giovambattista.
“Siamo in testa e gli altri ci devono inseguire in questo momento. La prima partita l’abbiamo vinta, adesso serve la seconda.
Abbiamo fatto una campagna elettorale in un mese e mezzo, quindi la gente ci ha ascoltato e ci ha premiato. Continuiamo così: parlare con la gente, stare con la gente, essere semplici con le persone e dargli le giuste motivazioni. La macchina deve cominciare a partire bene, perché senza la macchina non si muove nulla. È figlia di un immobilismo totale: non si pianifica nulla, si rincorrono le emergenze. Bisogna fare una politica che innanzitutto renda la città più efficiente. Serve competenza, capacità e ostinazione.
È tutta la campagna elettorale che noi subiamo una ‘diminutio’ da parte della stampa. E comunque lo sapevamo, ma nonostante tutto siamo in testa.
L’astensione è la cosa che ho sempre pensato fosse più negativa. Quando mi dicevano ‘chi teme di più?’ io rispondevo l’astensionismo perché significa che non si riesce ad appassionare il cittadino di Roma. Dovremmo moltiplicare gli sforzi. Noi in un mese e mezzo abbiamo fatto il massimo. Siamo in testa e questo è un risultato assolutamente lusinghiero. Faremo il possibile per vincere.
Noi dobbiamo fare di questa città un grande cantiere, che dia possibilità di lavoro, sviluppo, che si realizzino le grandi infrastrutture del digitale, dei trasporti, che i parchi siano quelli che erano 30-40 anni fa. Fare in modo che questa città diventi più vivibile.
Sarà una competizione da parte mia assolutamente leale. E quando è capitato che mi hanno insultato, purtroppo molto spesso, io andavo in centro, in periferia, andavo dovunque e trasformavo quell’insulto in grande affetto nei confronti del cittadino. In un mese e mezzo siamo in testa perché probabilmente questa campagna elettorale ha funzionato e mi rappresenta. Io sono così e non cambio.
La stampa ama lo spettacolo. Ma prima dello spettacolo c’è bisogno di fare le cose di cui ha bisogno Roma. C’è bisogno di parlare alle persone. Noi lo abbiamo fatto in un mese e mezzo e abbiamo ottenuto il massimo: questo ci deve far riflettere.
Speriamo di continuare a vincere perché questa è una vittoria di tutti noi, di tutti coloro che ci hanno creduto, che ci hanno sperato. È una vittoria che ci lascia ben soddisfatti e sicuramente vedrete che andrà bene anche in fondo”.
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