Terrore in Afghanistan. Il Governo dei talebani, nuovo di zecca, inizia a concretizzare il suo disegno ideologico con i primi provvedimenti restrittivi.
Prese di mira, in modo particolare, le donne. Spazzati via in un colpo solo sport, studio e lavoro. La società afghana, dopo 20 anni di influenza europea, si appresta a compiere una retromarcia di costumi davvero preoccupante.
Di chi è la colpa di tutto questo? Le responsabilità vanno divise in parti uguali tra i vari Stati del Vecchio Continente complici di aver abbandonato il paese in un batter d’occhio senza porre basi solide per l’immediato futuro. Le riflessioni di Ilario Di Giovambattista.
“Poi ci sono i nostri amici talebani. Sapete che è stato fatto un Governo in Afghanistan formato da tutte brave persone. Il più buono di questi penso abbia alle spalle qualche omicidio sulle spalle, altri sono acclarati terroristi internazionali che hanno fatto attentati pazzeschi. Tutti questi soggetti sono stati messi al Governo dei talebani. I talebani tengono tanto alle donne. Loro hanno stabilito che lo sport in Afghanistan deve terminare. Questo perché le donne espongono con lo sport il loro corpo. I talebani prendono tali provvedimenti proprio per la difesa della donna. Non possono mostrare questo corpo mezzo ignudo con le gambe fuori. Questo ‘amore’ per le donne è rinomato. Noi abbiamo questi qui nel 2021… e c’è pure qualcuno che vuole interloquire con loro. D’altronde gli abbiamo consentito di tornare spendendo non so quanti migliaia di miliardi. C’è gente pure che in Afghanistan è morta. Poi in quattro e quattr’otto ce ne siamo andati via e questi sono tornati. Questa è la dimostrazione che avevamo preparato un esercito afghano di fantocci perché si è consegnato a questi qui consegnando le armi e unendosi a loro. Le uniche che mi stanno piacendo da morire sono proprio le donne che hanno due ‘palle’ così. Dopo queste donne faranno una brutta fine, ma credo che preferiscono morire così invece di subire soprusi da questi barbari. Noi abbiamo consentito a questi signori di tornare e di decretare, con una legge, che lo sport delle donne deve essere abolito. Le donne inoltre non devono studiare con gli uomini altrimenti succede qualcosa di grave. Quindi hanno separato già le aule con le donne da una parte e gli uomini dall’altra. I nostri ministri rimangono ad osservare. Noi siamo dei ququaraquà dobbiamo ammetterlo. Probabilmente siamo complici perché lì passa il commercio più importante al mondo“.
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