E’ un confine impercettibile, quello che divide la scelta editoriale (legittima) dalla vera e propria censura (illegittima), e sempre più spesso ne vediamo gli effetti nella nostra quotidianità. Televisioni, programmi e interi palinsesti che emettono continuamente un canto omogeneo; invocazioni di vera e propria censura nei casi in cui ciò che viene detto no rispecchia il proprio pensiero, casi di intolleranza nei confronti di trasmissioni e spettacoli satirici, che nel 2021 sembrano essere all’ordine del giorno.
Questi i segnali di cui un paese libero si dovrebbe preoccupare e dovrebbe ben guardarsi dall’incentivare secondo Valerio Malvezzi e Fabio Duranti: la cancel culture di stampo americano fa sentire sempre più le sue sirene, che sbarcano anche in terra italica e se ne vedono i risultati, con dibattiti sempre più infuocati che hanno sempre il medesimo sottotetto, tra due o più posizioni differenti che rispondono in modo opposto al medesimo interrogativo: quanta libertà, anche comunicativa, dobbiamo ancora essere disposti a cedere?
“Che ci sia libertà di opinione in Italia mi sembra opinabile. Io per esempio sto ricevendo varie censure, per cui non mi pare che la libertà di opinione sia garantita in questo paese e non credo di essere certamente l’unico, questa è una prima considerazione. Ad esempio Radio Radio è uno dei pochi posti dove posso parlare, non ch questo me ne faccia un cruccio in modo particolare, ma oggettivamente il mio paese non è un paese totalmente libero. Secondo, ci sono degli argomenti che sono considerati “da limitare”, per esempio il termine “sovranista” è un termine al quale si dà un’accezione fortemente negativa, anche se ricordo incidentalmente che nell’articolo 1 della Costituzione italiana è contenuto il significato di sovranismo, perché dice che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei modi stabiliti dalla Costituzione”, quindi non mi sembra che ci sia libertà di opinione completa in questo paese.
Quando si critica l’Unione Europea ad esempio, ho letto che c’è stata una puntata più o men satirica nei confronti dell’Unione Europea, quando abbiamo avuto anni e anni di posizioni di regime assoluto che garantivano che l’Unione Europea fosse la panacea di tutti i mali.
Ascoltare ad esempio per radio il panegirico del Governo secondo cui saremo salvati dal Recovery Plan, quando a mio parere sarà la disgrazia della nostra nazione e la fine della repubblica parlamentare, mi sembra quasi di sentire delle TV e delle radio di regime, quindi ho dei forti dubbi che ci sia la piena libertà di espressione in questo paese“.
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