Quando la scorsa settimana ero intervenuto a commentare l’episodio dell’attacco alla deputata Meloni mi sono venute in mente le cose che scrissi un po’ di tempo fa perché in effetti il mondo accademico è autoreferenziale. Anche per questa ragione io ho chiesto all’editore di Radio Radio e ottenuto di iniziare una serie di discorsi sull’economia umanistica. Quindi vi comunico che inizierò una serie di discorsi sull’economia umanistica perché l’economia umanistica è anzitutto un’economia del dubbio.
Io mi accorgo che siamo in un mondo dominato da presunte certezze scientifiche in materia di virus, ma anche presunte certezze scientifiche in materia di economia. Viviamo in un mondo di pensiero unico, dove chi si pone delle domande di flessibilità viene bollato come disfattista, terrorista e via discorrendo.
Io non so se sono queste cose. So di essere certamente una persona di libero pensiero che non dice di sì per partito preso, non dice di no per partito preso e valuta di caso in caso. Io vi proporrò una serie di discorsi sull’economia umanistica partendo proprio da questo tema: la connessione tra economia e politica. Quella che voi intendete politica non è ciò che intendo io per politica. Quello è talk show televisivo, quello è il livello al quale siamo scaduti in Italia parlando sempre di sondaggi e partiti. La politica è un’altra cosa.
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi
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