Il Governo Draghi comincia a lasciare tracce di cambiamento e discontinuità. Lo si è visto con le prime sostituzioni nei ruoli apicali, su tutti il nuovo commissario all’emergenza covid-19 Francesco Figliuolo, ma anche con i primi atti sui quali l’Esecutivo è al lavoro. Nell’agenda governativa di questi giorni infatti c’è al centro il decreto Sostegni, il pacchetto di misure che nel Governo Conte 2 era chiamato decreto Ristori, che conterrà interventi economici sulle categorie che più stanno pagando le chiusure.
Ma se nel breve periodo lo scopo della maggioranza è quello di porre riparo a lavoratori e famiglie che necessitano di soldi subito (bonus), in un’ottica di medio e lungo periodo nessuno dimentica il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” che dovrebbe consentire all’Italia quegli investimenti necessari per una vera e propria ricostruzione post pandemia.
In questo senso come si pone uno dei partiti sostenitori del Governo Draghi, vale a dire la Lega? Ne hanno discusso Antonello Angelini e Francesco Vergovich con il loro ospite: Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero dell’Economia.
Questa l’intervista all’On. Durigon a “Un giorno speciale”.
“Io devo essere sincero sto vedendo un cambio di passo. Stiamo lavorando in queste ore per il decreto Sostegni, il quale la prossima settimana vedrà la luce in CdM. Ci sono novità che possono dare risposta all’esigenza economica e sanitaria. Finalmente non ci saranno più i famosi codici Ateco. Mi sembra già una novità importante di snellimento burocratico”.
“Si parla di opere che servono al sostegno di Roma. Antonio Rinaldi sta costruendo grandi ipotesi nei riguardi di Roma e di tutte le province del Lazio. Il Recovery è una situazione che si sta studiando al Mef, abbiamo tempo fino al 30 aprile per poter portare innovazioni. Roma penso che abbia bisogno di grande spessore in questo Recovery: digitalizzazione dei sistemi di riscossione, snellire la burocrazia della macchina romana”.
“Io vi devo dire la verità, sto vedendo un’inversione di marcia. Io ricordo sempre che Draghi parlava di debito buono, quindi se il debito buono potrebbe essere senza vincoli di spesa europei, ma che ci dia la possibilità di abbassare le tasse potremmo fare anche un debito nostro.
Questo Governo Draghi più che ‘Italian first’ dice ‘Europa first’, quindi credo ci sia un passaggio al nazionalismo europeo. E’ un cambiamento di filosofia europeo, di salvaguardare le proprie nazioni.
Noi non siamo contro l’Europa, siamo contro quell’Europa che non dava il giusto sostegno all’Italia. Però l’Europa sta cambiando e credo che questo sia un punto saliente che sta portando a casa il Governo Draghi. Uno dei motivi per cui siamo entrati in questo Governo è proprio perché vogliamo un riequilibrio di questa Europa. L’Europa non può pensare di andare avanti senza avere un motore traino come l’Italia. L’Europa sta andando verso delle nostre nozioni”.
“Bruxelles contro i nostri vini? Questa è l’Europa che non ci piace, etichettare prodotti che sono sani dicendo che nuocciono alla salute. E’ una battaglia che faremo. Dobbiamo cambiare una mentalità europea anche su questo”.
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