Analizzano, avvisano, allarmano, si atteggiano nel piccolo schermo: a breve firmeranno anche autografi?
Chi può dirlo, ma viste le ore di programmazione coperte in compagnia dei vari conduttori tra focus group, scontri e interviste esclusive, i virologi “da salotto” possono considerarsi tout court dei veri e propri vip del piccolo schermo.
La loro fama precede la pandemia: dapprima in prima serata a tranquillizzarci nei primi mesi del 2020, ora dalle prime luci dell’alba fino a tarda notte ad analizzare quanto il covid sia pericoloso e le varianti letali.
Li troviamo facendo zapping tra i vari canali praticamente sempre: un’epidemia di camici bianchi che lanciano allarmi sulle tv nazionali. Una situazione, a dir la verità, che non troviamo ovunque.
L’epidemia dei virologi da tv non può infatti considerarsi pandemia: è notizia recente il freno imposto da Emmanuel Macron in Francia alle varie interviste a ricercatori e membri del comitato tecnico-scientifico transalpino. Il casus belli sarebbe stata una dichiarazione del Presidente del Comitato François Delfraissy, in cui pronosticava a un’emittente nazionale l’imminenza di un lockdown.
Caso simile quello del consulente italiano del Ministro della Salute Walter Ricciardi, che è nell’occhio del ciclone per le sue dichiarazioni a “Che tempo che fa” sulla necessità di chiudere tutto e sulle varianti inglesi presumibilmente amplificate dall’attività delle piste da sci. Dichiarazioni che hanno scatenato l’indignazione di vari leader politici: basterà a convincerci a seguire il “modello francese”?
Questo il commento del direttore di ‘Palazzi & Potere’ su Affariitaliani.it Marco Antonellis.
“Mi pare che questi famosi Soloni non siano poi così sicuri neanche loro che il vaccino funzioni sulle varianti. Qualcuno dice di sì, qualcuno dice di no e come al solito siamo sempre in alto mare.
Soprattutto il virologo faccia il suo mestiere. Dico così perché ho sentito dei virologi parlare anche sull’opportunità se fare o meno campagne elettorali ed elezioni; vedo che ormai parlano di tutto quasi avessero un ruolo politico. Semmai tornassero a parlare del loro settore, e se possibile anche negli ospedali, perché io poi vorrei vedere quanto tempo hanno sottratto al loro ospedale e al loro mestiere per andare in televisione.
Capisco che la vanità è una brutta bestia, però c’è gente che sta in televisione 24 ore su 24. E’ come per certi chef: quand’è che lavorano al ristorante se poi stanno sempre in televisione?“
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