Chi si ostina a non capire o è in cattiva fede o è stolto: quello che ha preso forma in concomitanza con l’epidemia è ormai un collaudatissimo metodo di governo delle cose e delle persone. Un metodo che utilizza ad arte l’epidemia per barattare diritti e libertà con promesse di sicurezza e protezione.
Sempre meno democratico appare lo Stato che vi porta a scegliere tra libertà e diritti da una parte e sicurezza e protezione dall’altra.
Avevano detto che per garantirci il Natale dovevano togliere libertà e diritti nella fase autunnale. Il Natale invece è stato all’insegna del confinamento domiciliare coatto. Ora che siamo ai principi del 2021 la storia si ripete, sempre la stessa. Avevano istituito la zona rossa con il preciso obiettivo di contenere l’emergenza in concomitanza con le festività, invece è stato detto che si va verso una rinnovata emergenzialità.
Il 7 gennaio, verosimilmente, si tornerà a un clima ancor più emergenziale di prima. Prova ne è che il virologo Pregliasco ha affermato che “il peggio deve arrivare nella metà di gennaio”.
Abbiamo capito benissimo l’andamento della narrazione epidemiologica.
È giunto il momento di opporsi, di dissentire, difendere la Costituzione.
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