Un confronto in versione “deluxe” animato da grandi protagonisti, da individualità che hanno illuminato la scena, segnature d’autore (spettacolari le reti di Haaland e Lewandowski) e al tempo stesso da due collettivi che si sono affrontati a viso aperto, evidenziando organizzazione di gioco e coralità di manovra. Ha meritato di portarla a casa il Bayern, perché gli uomini del sottovalutato Flick hanno palesato una mentalità più forte, una convinzione senza intermittenze, mentre più episodici sono apparsi, tutto sommato, i migliori momenti dei gialloneri. Ritmi elevati, raffinatezze tecniche di grandi interpreti, un calcio mai speculativo, da una parte e dall’altra. Uno spot, pur senza pubblico.
Contro il Crotone in casa, se di casa o trasferta si può ancora parlare, i granata potevano e dovevano realizzare una mini – serie positiva dopo il successo infrasettimanale contro il Genoa al “Luigi Ferrariis”. Invece il languore dello zero a zero contro i calabresi fa riprecipitare, pur senza sconfitta, il Toro nelle sabbie mobili del fondo della classifica. Ha detto Giampaolo, alla fine, che qualche settimana fa una gara così l’avrebbero persa. Il fatto che abbia ragione è, a conti fatti, un’aggravante, non un’attenuante per il club di Cairo, il quale continua a essere il primo dei colpevoli.
Paolo Marcacci
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