Vaccino a gennaio? Il microbiologo Andrea Crisanti, pioniere delle misure protezionistiche e sostenitore del tamponamento di massa come arma anti-Covid, non ci sta.
Senza garanzie di sicurezza il microbiologo che ha condotto lo studio su Vo’ Euganeo non avrà a che fare né con Pfizer né con Moderna nei primi mesi del 2021.
Affermazioni che hanno scatenato una bufera su Crisanti a cui indirettamente ha pure risposto Anthony Fauci dall’altra parte dell’oceano: “I risultati ottenuti – ha spiegato Fauci – sono la conseguenza dello straordinario progresso scientifico fatto su questo tipo di vaccini“.
Ma Crisanti non si rimangia nulla come ha affermato durante ‘Lavori in Corso’: il microbiologo trova esagerate le polemiche sulle sue parole da parte di chi addirittura appella come “pecora che dice di sì a prescindere perché è un buon messaggio dire di sì al vaccino“.
Dopotutto, al di là delle ideologie personali, chi si vaccinerebbe senza una prova scientifica di sicurezza?
L’intervento di Crisanti ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.
“Io ho detto semplicemente che non ci sono i dati per supportare sia l’efficacia che la sicurezza. Mi sembra una posizione assolutamente condivisibile. Se la domanda fosse stata: lei si farebbe il vaccino dopo che sarà stato approvato da tutti gli organi regolatori e dalla comunità scientifica la risposta sarebbe stata ‘sì, senz’altro’.
Io non ho dubbi, parliamoci chiaro. Mi è stata posta una domanda provocatoria sulla base delle affermazioni esclusivamente legate ad interessi di marketing delle ditte che hanno annunciato che avevano il vaccino e io ho detto che sulla base di queste affermazioni non lo faccio: aspetto che la comunità scientifica e le attività regolatrice dimostrino l’efficacia. Mi sembra che si sia sollevata una tempesta in un bicchiere d’acqua.
Se noi giochiamo tutte le nostre carte sul vaccino bisogna che ci sia trasparenza e che tutti – anche i più scettici – abbiamo la possibilità di toccare con mano che non ci siano effetti collaterali. Io comunque non potrei essere più lontano dalla posizione di un no vax.
L’università di Napoli ha addirittura pubblicato che i loro test sono sensibili al 50%, il che vuol dire che ogni 10 positivi se ne perdono 5. Poi altri dicono “se sei positivo al test molecolare, se positivio anche al test rapido quindi funziona benissimo”. No, non è così, perché quello dimostra che se il test è positivo c’è una forte associazione col test molecolare, però se uno risulta negativo al test antigienico (cosiddetto rapido) non necessariamente significa che non è infetto.
Se uno fa il test rapido ogni settimana come parte di un programma di screening può anche farlo perché in qualche modo dà una informazione sulla trasmissione al livello di comunità. Se fai questo test in una comunità di mille ragazzi, sai se in questa comunità c’è trasmissione virale, però non avrai identificato tutti i positivi.
Rt al ribasso? Penso sia frutto delle scelte di sanità pubblica. Credo che rendere disponibile il tampone a un’ampia platea abbia sicuramente contribuito a intercettare tantissimi asintomatici. Non a caso la Regione Lazio che è quella che ha fatto più tamponi è quella che sta meglio“.
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