3-0 a tavolino in favore della Juventus e -1 in classifica al Napoli. È questa la decisione del Giudice Sportivo in merito alla gara del 4 ottobre, mai disputata per la mancata presentazione della società partenopea a Torino.
Chiara per il giudice la volontà della Società Sportiva Calcio Napoli di non disputare la partita, dopo aver esaminato una serie di atteggiamenti che lasciano intendere che l’impedimento dell’ASL fosse in realtà secondario rispetto a comportamenti ostruzionisti degli azzurri.
Altrettanto chiaro quest’esito secondo l’avvocato Roberto Afeltra, che si era già pronunciato in merito dicendosi scettico sul fatto che l’ASL Napoli 1 fosse la causa prima della mancata partenza dei partenopei destinazione Stadium.
Il suo commento sulla sentenza ai nostri microfoni.
Sono felice del fatto che la mia tesi è stata fatta propria dal giudice sportivo. E’ ancora il primo grado, quindi una fase monitoria senza contraddittorio. Adesso il Napoli sicuramente farà ricorso in primo grado e poi eventualmente andrà anche a ricorrere al Collegio di Garanzia del CONI.
Secondo me la decisione del giudice sportivo è in linea con la norma.
Soprattutto nell’ultimo paragrafo, che è molto importante, specifica il motivo per cui la comunicazione della ASL di impedimento al Napoli di andare a giocare a Torino è arrivata non solo fuori tempo massimo, ma quando il Napoli già nella serata precedente aveva disdetto tutte le sue iniziative per andare a Torino.
Normalmente si esamina la norma, si esaminano gli atti e si vedono quali sono le conseguenze. Quello che a me sembrava non idoneo e poco veritiero – l’ho detto anche in contraddittorio nella vostra radio con il difensore del Napoli – è che a mio modestissimo avviso c’erano delle circostanze e delle situazioni che contrastavano col fatto che il Napoli fosse stato obbligato o avesse addirittura il diritto di non partecipare alla gara. Specialmente perché il provvedimento del presidente della Lega è arrivato nella metà del pomeriggio dopo che aveva esaminato tutte le carte inviategli dalla ASL e dal Napoli. Ove il giudice sportivo avesse detto che il presidente della Lega avesse sbagliato, questo significava che il presidente della Lega non avrebbe saputo leggere né interpretare i documenti a lui inviati alla luce del protocollo.
Certo. E’ questo il punto fondamentale. Il Napoli ha ritenuto il sabato sera di cancellare la trasferta per Torino: in quel momento il divieto non c’era, quindi il giudice sportivo ha ritenuto di interpretare questo comportamento (che fa parte di un insieme) finalizzato a una volontà del Napoli di non andare. Non ad un impedimento che il Napoli aveva nell’andare a giocare quella partita.
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