Quando pensiamo alla politica italiana pensiamo di aver visto tutto il peggio possibile. Per esempio gli insulti e quasi le colluttazioni. Ma non è niente rispetto a quello che succede negli Stati Uniti quando comincia la campagna elettorale per le presidenziali. Il Presidente Donald Trump che, mi piace ripetere ogni volta, è stato espresso dalla parte peggiore della popolazione, per quello che è il mio giudizio si intende, ha fatto un comizio flop a Tulsa.
Città già duramente provata dall’epidemia Covid-19 dove nessuno aveva le mascherine e stavano mescolati insieme, saltavano e cantavano, ma molti meno delle persone che erano state previste. Non hanno riempito nemmeno un palazzetto che poteva contenerne ventimila al massimo. Ma la cosa che impressiona è il tono che usa quest’uomo, e probabilmente useranno anche i suoi competitors, definendo lo sfidante l’addormentato Joe Biden. Da noi questa cosa non si è vista ancora mai. Ricordo che Veltroni, quando perse le sue elezioni come leader del centro-sinistra con Berlusconi, definiva la parte avversaria in maniera molto morbida e molto delicata.
E’ in grande difficoltà il Presidente Trump e io ne sono particolarmente contento sia per la questione razziale, perché è chiaro che egli è un razzista di prima categoria, un suprematista bianco, ma anche perché il virus lo ha decisamente segnato. Nel senso che l’epidemia negli Stati Uniti è stata completamente fuori controllo, ci sono veramente numeri importantissimi. Poi anche l’economia, di conseguenza, non va benissimo.
Dunque rischia Joe Biden, che è un candidato diciamoci la verità, piuttosto incolore rispetto a Trump seppure non addormentato, di trovarsi in vantaggio nei sondaggi che negli Stati Uniti sono fatti in realtà in maniera appropriata. Tutto cambierà naturalmente al momento delle elezioni. Ma vederlo in questa grave difficoltà non era forse prevedibile prima. Come non lo era per altri leader di questo tipo, come il caso di Bolsonaro o di altri che hanno tentato le loro vie sovraniste all’uscita dall’epidemia senza neanche considerarla tale fin dall’inizio.
Ce ne aspettano ancora delle belle. Offese di tutti i tipi e colpi bassi sotto la cintura pur di essere rieletti nel posto più importanti di quello che un tempo era il paese più importante del mondo.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
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