Se aveste incontrato Luigi Di Bella diversi anni fa e gli aveste chiesto cosa fosse per lui la felicità avrebbe risposto così: “La piena coscienza del dovere compiuto“.
Lo dice il figlio stesso, il Dottor Giuseppe, che ha rivelato ai nostri microfoni degli aneddoti sul papà che gli sono rimasti particolarmente impressi, tra i quali un’intervista in cui gli fecero proprio la fatidica domanda, più filosofica che medica.
Tra le tante cose che ricorda del papà, Giuseppe Di Bella ha chiare in mente anche le contestazioni che tutt’oggi vive sulla sua pelle. Se n’è fatto carico volutamente, pubblicando un libro, “La scelta antitumore”, e facendosi carico di quella ricerca terapeutica che tante testimonianze di guarigione ha dalla sua parte, ma non solo.
“Le pubblicazioni scientifiche parlano chiaro e chiunque può accedervi, basta andare su pub.med.gov e cliccare su Luigi Di Bella“: basta poco dunque per smontare i critici, spiega Di Bella al direttore Ilario Di Giovambattista e Zeljko Pantelic, in un’intervista che vedrà spuntare fuori altre testimonianze di vite salvate dalla terapia.
“Perché denigrano la terapia Di Bella? Questo accadrà sempre di più perché la terapia si sta affermando a livello mondiale sia nella conferma di ogni singolo componente che come capacità antitumorale e come tollerabilità, come concezione terapeutica e come risultati documentati.
Altro elemento emergente è l’assoluta mancanza di legittimità secondo la giurisprudenza internazionale e di dignità scientifica della sperimentazione: questo viene temuto come delegittimazione del sistema di potere. Siccome sta franando qualcuno inizia ad accorgersi che la comunicazione usata non è sempre vera, questo porta a una rabbia che deriva dal fatto che in più di vent’anni non sono riusciti a imporre il falso e a delegittimare la terapia, che si sta espandendo.
Abbiamo contatti esteri importanti, verrano ricercatori da altri paesi che sarebbero dovuti arrivare il 20 giugno, ma che hanno rimandato per i motivi che conosciamo.
Do una chiave di lettura molto semplice per individuare subito il caos che c’è dietro tutto questo: quando si fa un’affermazione di ordine scientifico, come quando si fa qualsiasi affermazione, va documentata sennò non ha senso.
Loro non sono in grado di documentare nulla, se ci fate caso sanno solo denigrare grossolanamente.
Io e mio fratello abbiamo fatto parecchie querele per falsità assolutamente intollerabili, questi signori diffamano in continuazione e non fanno mai riferimento alle ricerche scientifiche. Io ho sempre citato il punto massimo di riferimento delle ricerche scientifiche del contesto clinico: le banche dati biomediche mondiali ufficiali. Per smentire questi signori basta poco.
Dicono che la cura non funziona, bene: andate a vedere gli elementi base della terapia, e vedrete che nella letteratura che c’è nelle banche dati verranno confermati.
Do due consigli:
Questi consigli non sono miracoli, non c’è la pretesa di curare, ma un aiuto sicuramente lo danno avendo base scientifica documentata“.
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