Non soldi ma garanzie per i prestiti, questo il contenuto del ‘decreto liquidità’ annunciato ieri dal Premier Conte. Garanzie finanziarie per 400 miliardi di euro, per essere più precisi, che servirebbero alle imprese per accedere a condizioni favorevoli a dei prestiti con cui affrontare la crisi dovuta alla chiusura delle attività.
Stefano Molinari e Luigia Luciani ne hanno parlato con l’economista ed editorialista de ‘La Verità’ Fabio Dragoni, ecco cosa ne pensa.
“Innanzitutto, vi sembra normale che almeno un paio di volte alla settimana Giuseppi appaia su FB e in televisione e dica: “Faremo un provvedimento che avrà queste caratteristiche…”? Chi lo ascolta chiama il commercialista e chiede se rientra nelle categorie annunciate da Conte, e il commercialista gli risponde che non lo sa fino anche non pubblicano il provvedimento.
Sarebbe semplicissimo: si fa il Consiglio dei Ministri, si approva la legge, viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale, dopodiché si va in conferenza stampa e la si illustra.
Perché Giuseppi fa così? Perché ha una paura fottuta, è come un pugile suonato. Non è più sicuro di se stesso, il Governo barcolla e sicuramente a maggio non ci sarà più. Quindi lancia il sasso nello stagno, vede la reazione e poi ritara il tiro.
Le aziende fino a oggi non hanno visto nulla, hanno visto solo provvedimenti che gli hanno fatto tirare giù la saracinesca. Le aziende sono state chiuse, molte di queste probabilmente e purtroppo non saranno in condizioni di ripartire, e a queste aziende non puoi sostituire il fatturato con il credito. E’ come se all’operaio messo in cassa integrazione venisse prestato l’80% del reddito e poi li dovesse ridare. Lo stesso deve valere per le imprese”.
“Sicuramente sarebbe incauto che si aprisse una crisi politica nel mentre di un’emergenza sanitaria. Ci sono però due date da prendere in considerazione: il 30 aprile, l’ISTAT comunicherà i dati sul PIL e assisteremo ad una caduta verticale mai sperimentata dall’Italia Repubblicana. Avremo tipo un meno -8, -9%. Quando avremo questi numeri, e quando l’emergenza sarà temporaneamente rientrata, questo Governo sarà finito e non ci sarà più. E’ questo che rende Conte così insicuro.
Questo Governo ha dichiarato lo stato di emergenza il 31 gennaio, e da lì al 23 febbraio non è stato capace di fare nulla. Quindi è stato incapace di prepararsi. E’ un Governo che si è dimostrato totalmente e palesemente incapace di gestire una situazione di questo tipo, oggettivamente non semplice. E non ha cercato neanche l’opposizione, in un momento storico così avrebbe dovuto farlo.
Torneremo a produrre in casa, qui in Italia. Torneremo a fare quello che facevamo prima. Però per avere questa Italia dovremo essere di nuovo autonomi e non sotto scacco dei Signori dell’Europa, quindi mi aspetto che nel giro di 2 o 3 anni non avremo più l’euro, ma la nostra moneta: la lira. E’ sia una previsione che una speranza. Però non ci sono discussioni l’Unione Europea è morta, uccisa dal virus”.
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