Cambiando l’ordine del fattore il prodotto non cambia. Anzi. Il Napoli le busca in casa contro il Parma in perfido contropiede scivolano in tanti, troppi, scivola Gattuso al debutto, il San Paolo è pieno di buchi nel soffitto, la squadra è piena di buchi in difesa.
Non si tratta di battute infelici ma è la verità di una compagine e di uno stadio che vanno a pezzi, segnali di fumo nerissimo per De Laurentiis in tribuna ad assistere allo spettacolo della sua ultima produzione.
Episodi di football ma mai una linea retta, continua e costante, il Napoli si è smarrito, forse si è perso, non basta Gattuso che non è più Ringhio figuratevi Starr, stando all’abbinamento parrocchiale del suo presidente.
Llorente si è passato la mano sul volto al fischio finale, quasi a segnalare la fine di tutto o quasi. Il Napoli va alla deriva su una zattera costruita dai suoi calciatori e con l’armatore ADL che ha provveduto a lasciarla andare in mare alto.
Non c’è logica e non c’è lucidità in questa squadra, la fascia di capitano a Insigne è la fotografia di qualcosa che non va e che non può andare.
Il Parma ha smascherato la fragilità dei partenopei, il gol in contropiede è un colpo al fegato che lascia segni. La scossa è mancata perché manca la corrente continua, semmai si va in corto circuito.
De Laurentiis ripensi a quello che ha combinato e che prima o poi verrà messo in chiaro. Il Napoli ha diciassette punti dalla capolista Inter che deve ancora giocare. Un distacco che non può esistere ma che è verissimo.
Non c’è San Gennaro (Rino) che possa salvare o fare il miracolo. Serve altro, serve una rivoluzione e non servono le raccomandate con multa appresso.
Tony Damascelli
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