L’Italia supera, ballando e divertendosi, la Bosnia per zero a tre. Partita vera, si poteva pensare alla vigilia. Si pensava male. L’Italia è una squadra, ha un’identità e un gioco; la Bosnia è un insieme di singoli, almeno questa volta, neppure tanto bravi.
Si ferma anche Pjanic, però questa è una brutta notizia per la Juve più che per la Bosnia. Mancini colleziona la decima vittoria consecutiva, nuovo record. Ma ricordiamo che Pozzo, appena scavalcato, i successi li aveva ottenuti ai mondiali del 1938, non in qualificazioni europee obiettivamente facili.
Nell’Italia molto bravi Florenzi, Acerbi, Donnarumma e Bernardeschi, che fa in Nazionale quanto non riesce a fare con la Juventus. Florenzi batte facilmente Dzeko, dunque, così così in questa occasione. Avrebbe bisogno di riposo e invece continua a giocare. Florenzi non risente della pausa con la Roma ed è impeccabile soprattutto in fase difensiva. Acerbi fa il gol più importante, il primo: di destro e da centravanti. Donnarumma salva l’Italia sul due a zero. Gioca dall’inizio Tonali. Bene, non ancora benissimo, com’è nelle sue corde. Lui del resto è calciatore da battaglia: preferisce la clava al violino.
Roberto Renga
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