San Siro pieno, entusiasmo prima e gioia poi per l’esordio dell’Inter di Conte. Buona la prima, decisamente. Ritmo, tecnica, fisicità e soliti schemi contiani.
Si potrebbe dire: ma di fronte aveva il Lecce, appena promosso. Vero, ma il Lecce non ha mica sfigurato come il risultato può lasciar credere: ha un gioco e tre buoni attaccanti, Falco in particolare.
Si va per sensazioni, tutto sommato. E ci pare che si possa dire, senza per questo temere di sbagliare: l’Inter c’è. Per arrivare dove non so, sarà il campionato a dircelo. Non va per noiose linee orizzontali, punta la porta e va. Due ottimi centrocampisti goleador come Brozovic e Sensi (una sorpresa, quest’ultimo), due esterni come il nuovo Candreva e il vecchio Asamoah e finalmente un centravanti.
Lukaku non ha preso l’Inter sulle spalle: non era in condizione e non se ne ravvedeva la necessità. Ma c’era. Un chiaro punto di riferimento. Uno capace di andarsene da solo e di fare gol su ribattuta. Lukaku, per chi non lo sapesse, da professionista ha segnato 188 volte.
Costa, si sa, ma quei soldi non sono buttati. Icardi è bravo, tanto per fare un raffronto, ma sta fermo in area, dove prima o poi piove il pallone buono. Il belga pensa anche alla squadra.
Partono con tre punti Juve, Napoli, Lazio, Atalanta e, appunto, Inter. Le favorite per lo scudetto e due delle contendenti al quarto posto. Roma e Milan subito dietro, ma non è una sorpresa: dovranno accelerare subito.
Roberto Renga
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