Quali sarebbero le possibili alleanze nel centrodestra in caso di elezioni anticipate? Premettiamo che questo è solo uno scenario ipotetico in quanto ci sono ancora ampi spazi per rinnovare gli accordi di governo, anche nell’ottica dello scarso desiderio dei deputati di andare a casa e del pericolo di riconsegnare a Mattarella il boccino della politica, però si possono fare alcune ipotesi di scenario generale.
Per le ipotesi sui risultati ci riagganciamo ai calcoli fatti dall’AGI su ipotesi simili,a cui aggiungiamo alcuni commenti.
Ecco i risultati nei seggi su camera e senato, basati sugli ultimi sondaggi con la Lega sopra al 36%, il PD al 23% e M5S al 17,6%.
Queste sono ovviamente solo ipotesi sui numeri attuali, hic et nunc, e quindi potrebbero benissimo essere sconvolti da movimenti, cambiamenti, eventi nuovi. Il rischio per la Lega è il famoso “governo tecnico” che congelasse la legislatura, un atto ovviamente antidemocratico, ma sappiamo come questo, in passato, sia stato poco rilevante. Del resto con la finanziaria o qualche emergenza ad hoc si trova sempre la scusante con cui rinviare un voto a data da destinarsi.
Ciò premesso, sempre rebus sic stantibus, questi valori mostrano quanto sia basso il potere contrattuale di Forza Italia in questa situazione. La Lega può avere una maggioranza sia con Forza Italia, sia senza, con l’accordo con la Meloni. Paradossalmente proprio FdI ha un certo potere contrattuale, perché senza accordo non c’è una maggioranza diretta. Bisogna dire che la Lega potrebbe, se corresse da sola, fare una scelta “Dei due forni”, appoggiandosi a M5S o a FdI a seconda delle priorità politiche.
Vedendo questi numeri si capisce quello che scrivevamo pochi giorni fa, cioè come Forza Italia deve avere un piano B, o meglio un piano C come Cairo perché, altrimenti, rischia di diventare perfettamente secondaria sul piano politico, anzi un elemento di fastidio di cui Salvini si potrebbe facilmente disfare. Certo “Forza Cairo”, cioè “Forza La7”, e che punterebbe ad essere la copia giovane del PD, magari inglobando anche Calenda e Renzi, con tutta l’ala migliorista del PD. Un modo per Berlusconi di sfuggire all’irrilevanza e di dare una pugnalata all’amico-nemico Salvini.
Giuseppina Perlasca
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