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Attualità

Disonorano la patria

La parata militare del 2 giugno viene svolta, ogni anno (in passato fu temporaneamente sospesa), in onore della Repubblica Italiana per ricordare il 2 giugno del 1946 quando il nostro Paese, attraverso uno storico referendum, preferì la Repubblica alla Monarchia. 

Sentire alte cariche dello stato affermare che si tratta di una festa di tutti, migranti e Rom compresi, francamente mi ha lasciato molto perplesso. 

Giova ricordare che non è la festa della Repubblica, ma la festa della Repubblica Italiana, e quindi, non è la festa di tutti. 

I tedeschi hanno la loro, come i romeni, i serbi, gli ungheresi ed i francesi. 

E’ una celebrazione della Patria. 

Cosa c’entrano i migranti e Rom con la nostra Patria?

A meno che abbiano cessato di essere itineranti, migranti appartenenti ad altri popoli, costumi, usanze, celebrazioni, istituzioni. Ovvero non abbiano cessato lo stato di apolide per acquisire la cittadinanza italiana. Ma questo riguarderebbe qualsivoglia essere umano proveniente da qualsivoglia altra latitudine a cui venga riconosciuto lo status di cittadino italiano. 

Perché allora, identificare il cittadino italiano forzatamente con i Rom ed i migranti!?!

Si parla tanto di onestà. Ma mi domando c’è qualcosa di più disonesto di utilizzare la propria carica per affermare cose che dal punto di vista concettuale non rispondono al vero? 

Quale arroganza o disegno sinistro autorizza “alte cariche dello stato” (lo scrivo deliberatamente in minuscolo) ad affermare che la festa della nostra patria sia la festa di un migrante marocchino? 

Cito il migrante marocchino perché agli ordini dei francesi le truppe marocchine vennero autorizzate a Cassino, sulla linea Gustav, a stuprare donne e bambini. E le bambine dinanzi alle madri impotenti, o seviziate nel mentre.

Mi vennero i brividi una volta in un ufficio postale di Cassino nel vedere una donna che, ancora con il capo chino per la vergogna, riceveva una misera indennità dallo Stato perché le avevano violentato ed ucciso la madre ed il fratellino (Lei nonostante le ripetute sevizie riuscì a sopravvivere). 

Era accaduto soltanto qualche mese prima del 2 giugno del 1946. 

Ho il massimo rispetto per i migranti, per i Rom, per i coreani, gli arabi ed i cinesi … Ma la festa della Repubblica Italiana è una festa della Nostra Patria.

E’ rimasto un solo giorno in cui celebrare la Nostra Patria, il ricordo dei Nostri Morti. Se pure in questo giorno non cessa una volgare e speculativa lotta intestina tra bande rivali, pronte finanche a calpestare l’onore e la dignità di un Paese, fate veramente ………. 

Che ognuno termini la frase come vuole.

Enrico Michetti

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