‘Storie al confine’ di Francesco Vergovich apre le porte al libro di Monica Tedeschi, Come farfalle sull’acqua. Insieme a Marco Guidi, il racconto dell’autrice sulla sua esperienza e sul suo rapporto con la malattia.
“Mi svegliai e sentii una lama nel cervello. Sentii una sensazione fisica, in una parte del corpo che normalmente non si percepisce… Questa lama mi assottigliò il cervello, lo sentii ridursi a pochi millimetri. Non capivo. Iniziai a piangere, mi misi in un angolo perché non sapevo dove andare e dissi 3 numeri: 1, 2 e 3.
Avevo 23 anni e da lì iniziò la mia lotta contro la depressione bipolare“.
Prima di allora nessun sintomo, poi dal nulla l’incontro con la malattia. “Gli episodi dichiaratamente della bipolare sono due – racconta l’autrice parlando della sua esperienza – ci sono dei momenti altissimi che sono riconosciuti come momenti di euforia. La persona crede di essere onnipotente, affronta tutto senza nessuna protezione, come se il mondo gli appartenesse. Una situazione di up che dopo poche ore diventa down. Quando sei nel down sei in una disperazione totale. C’è la negazione di sé stessi. E questo dura tutta la vita. Up and down. E la conseguenza è che non c’è un equilibrio. C’è un punto zero, che è il punto in cui si incontrano euforia e disperazione, in cui non sai più chi sei“.
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