Un Boeing 737 dell’Ethiopian Airlines diretto a Nairobi è precipitato ieri a 6 minuti dal decollo. Il numero delle vittime è di 157 persone, nessun superstite. Tra i passeggeri anche 8 italiani. Il direttore di air-accidents.com ed esperto di sicurezza aerea Antonio Bordoni, non ha alcun dubbio: l’incidente si poteva evitare. “Stessa dinamica della compagnia indonesiana di ottobre: un’innovazione del software che i piloti non conoscevano”.
“Parlare di coincidenza è poco opportuno – spiega Antonio Bordoni –comparando i due incidenti è logico pensare che lo stesso motivo che ha causato l’incidente Lion Air, precipitato a ottobre 12 minuti dopo il decollo, possa attribuirsi all’Ethiopian precipitato 6 minuti dopo”.
“Nel caso Lion Air è emerso che la Boeing nei nuovi aerei 737 Max ha ritenuto opportuno immettere nel software del velivolo un’innovazione perché avevano una potenza motori completamente nuova e maggiorata. Il prodotto MCAS, che nel caso l’aeroplano fosse andato in condizioni di quasi stallo durante la fase di volo interveniva immediatamente riportandolo a livello ottimale, non è stato segnalato nei manuali operativi“.
“I piloti – continua – non sapevano che avesse queste nuove caratteristiche. Se l’aereo avesse continuato a volare come diceva il computer non sarebbe mai precipitato, ma avendo tentato di riportare l’aereo manualmente in condizioni normali, il computer è intervenuto per rimetterlo giù”.
Un paradosso alla base della tragedia, quello per cui un aereo “troppo nuovo” e troppo moderno diventa più pericoloso di uno più vecchio e meno all’avanguardia. Il pilota, insomma, sa tutto quello che c’è da sapere?
“Desta meraviglia – osserva l’esperto – che essendo accaduto l’incidente Lion Air a fine ottobre ed essendo venuti fuori determinati particolari si sia ripetuta la stessa dinamica. Mi aspettavo che tutte le compagnie che hanno in linea i 737 Max sensibilizzassero i loro equipaggi spiegando come reagire a quella situazione”.
Nell’incidente hanno tragicamente perso la vita l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Sebastiano Tusa; tre componenti della ong Africa Tremila, Carlo Spini, Gabriella Vigiani e Matteo Ravasio; il presidente della ong Cisp, Paolo Dieci; due giovani romane funzionarie del World Food Programme ONU, Virginia Chimenti e Maria Pilar Buzzetti; e la funzionaria FAO Rosemary Mumbi.
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