Sì, un fallimento può essere un successo. Ed esistono dei casi di fallimento così importanti da aver inciso indelebilmente sulla vita di ognuno di noi. Parliamo dei falliti-geniali che hanno rivoluzionato il mondo.
Proprio lui: il padre di Topolino, Minnie, Paperino e Pippo. Il padre di ogni piccolo e grande lettore di fumetti e amante di cartoni animati. Walt Disney in gioventù si propose come fumettista per un giornale e pensate un po’, fu scartato perché aveva “poca fantasia”.
“Un matrimonio eccezionalmente corto si è sgretolato, ero senza lavoro, orfana di mia madre, senza casa e povera tanto quanto sia possibile nell’Inghilterra moderna”. Un fallimento ad hoc che ci ha portato Harry Potter. L’autrice nel suo discorso ai neo laureati di Harvard ha raccontato di come la sua profonda depressione le abbia indicato la strada verso sé stessa: fare ciò che amava di più. La sua scrittura, che pure è stata rifiutata più volte da agenti e case editrici, è figlia dei suoi insuccessi. Riuscite a immaginare un mondo in cui il piccolo mago, Hermione e Ron non esistono? Vivere sapendo che la lettera di Hogwarts non ci arriverà mai era già abbastanza difficile.
L’idolo di Space Jam – e anche grande cestista statunitense è ovvio – fu escluso nientepopodimeno che dalla squadra di basket del liceo. La leggenda narra che a scartarlo fu un coach che vantando una squadra di elementi molto alti preferì un Harvest Smith di 2 metri e 1 centimetro (di abilità mediocri), a un fortissimo e ancora un metro e 78 Michael Jordan. Per fortuna la vicenda stimolò il campione a “sensazionalismi postumi”.
Inequivocabilmente il più famoso, Steve Jobs è l’uomo che dal suo fallimento ha finito per entrare – letteralmente – nelle tasche di tutto il mondo. Colui che dormiva sul pavimento di camera degli amici perché non aveva un posto in dormitorio. L’uomo che riciclava bottiglie di plastica vuote per comprarsi il cibo. Il genio che fu licenziato dalla sua stessa azienda… Beh, il finale lo sapete già.
Non chiamatelo fallimento: Thomas Edison ha ‘solo’ provato, provato, provato, provato, provato e provato. La lampadina è il frutto di mille e più tentativi, metodi di lavoro e approcci di problem-solving. Ma che dire di tutte le volte che anche noi abbiamo provato e ci siamo fermati alla terza volta? Ci siamo capiti.
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