Il pm di Milano Alberto Nobili riassume con una frase quanto ammesso da Cesare Battisti: “I 4 omicidi, i 3 ferimenti e una marea di rapine e furti per autofinanziamento, corrisponde al vero”. L’ex terrorista ammette: “Mi rendo conto del male che ho fatto e chiedo scusa ai familiari“. Ma quali sono i 4 omicidi a cui si fa riferimento nelle dichiarazioni?
Udine, 6 giugno 1978: siamo nel pieno degli Anni di Piombo e Antonio Santoro è maresciallo degli Agenti di custodia. L’uomo rimane vittima dell’agguato di un gruppo di terroristi. Si tratta dei Proletari Armati per il Comunismo, che attraverso un volantino rivendicano l’azione e accusano Antonio Santoro di maltrattamenti ai danni di detenuti, abuso d’ufficio e abuso di potere. Cesare Battisti è esecutore materiale dell’omicidio.
Milano, 16 febbraio 1979: Pierluigi Torregiani (all’anagrafe Pier Luigi) è il gioielliere di un piccolo esercizio nella periferia della città. Mentre sta aprendo il negozio insieme ai figli subisce un agguato dei Proletari Armati per il Comunismo. L’uomo rimane ucciso, uno dei figli paraplegico. Esecutori dell’agguato sono Giuseppe Memeo, Gabriele Grimaldi e Sebastiano Masala. I motivi, si scoprirà dopo, sarebbero legati alla morte di un rapinatore durante una colluttazione proprio con Torregiani, perché, spiegherà Battisti, Torregiani era considerato “giustiziere di estrema destra e della controguerriglia”. Cesare Battisti è co-ideatore e co-organizzatore del’omicidio.
Santa Maria di Sala in provincia di Venezia, 16 febbraio 1979: Lino Sabbadin è un macellaio e milita nel Movimento Sociale Italiano. Anche lui nel corso di una rapina aveva sparato all’aggressore, uccidendolo. L’uomo muore nello stesso giorno di Pierluigi Torregiani e per le stesse ragioni: il gruppo terroristico dei Proletari Armati per il Comunismo lo fredda nella sua attività commerciale “in segno di solidarietà alla piccola malavita che con le rapine porta avanti il bisogno di giusta riappropriazione del reddito e di rifiuto del lavoro”. Gli assassini sono Cesare Battisti e Diego Giacomin.
Milano, 19 aprile 1979: l’agente della Digos Andrea Campagna viene ucciso con 5 colpi di pistola da un gruppo di militanti che lo attende alla fine del suo turno di servizio. I Proletari Armati per il Comunismo rivendicano l’assalto indicando l’agente Campagna come un “torturatore di proletari”. Cesare Battisti è l’esecutore materiale dell’omicidio.
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