Dopo le infinite e subdole modifiche sui bonus fiscali tramite incontri e scambi su Telegram e Facebook nonché di persona e già 4 manifestazioni all’attivo nasce e si costituisce la CLASS ACTION NAZIONALE DELL’ EDILIZIA che ha lo scopo di tutelare le piccoli e medie imprese tecnici e professionisti del settore ma anche i cittadini con l’obiettivo di sbloccare la libera circolazione dei crediti fiscali maturati dai principali bonus edilizi.

Una necessità nata a seguito del blocco di Cassa Depositi e Prestiti, Poste Italiane e alcune delle principali banche all’acquisto di crediti fiscali maturati per interventi che accedono ai bonus edilizi (superbonus, ecobonus, sismabonus, bonus casa, bonus facciate,…).

Grazie all’attività della Class Action Nazionale Dell’Edilizia sul Super Eco Bonus si è venuti finalmente a conoscenza del fatto che ci sono centinaia se non migliaia di aziende con crediti d’imposta diventati incedibili dopo la serie di provvedimenti che si sono susseguiti da novembre scorso in poi (Decreto Antifrodi, Finanziaria, Sostegni Ter, vari ed eventuali).
La situazione però é molto più seria di quanto l’opinione pubblica sia a conoscenza: la maggior parte di quelle aziende – e parliamo di aziende serie e oneste – che hanno fatto bilanci ottimi nel 2021 ora rischiano di fallire miseramente con cassetti fiscali pieni di crediti inutilizzabili e non monetizzabili.
In questa situazione le aziende si trovano in condizione di cedere i propri crediti al 70% del loro valore a parassiti /“operatori” che approfittano della situazione. Invece è proprio lo stato che dovrebbe tutelare una classe di lavoratori motore portante di tutta l’economia del paese!

Ci permettiamo una domanda: ma il Governo Draghi vuole spingere centinaia o migliaia di aziende in mano agli strozzini? Perché questo è quello che sta succedendo. La maggior parte delle aziende è ferma da quasi 5 mesi nelle cessioni.

Ci chiediamo quale stato vuole la morte di una filiera cosi importante?
Il bello è che adesso cominciano a perdere il sonno anche molti beneficiari. Con cantieri sventrati e finiti a metà. La legge infatti prevede che in mancanza del completamento dei lavori essi siano responsabili di restituire l’importo dei lavori “anticipato” dallo Stato, completo di interessi e sanzioni. Sanno di rischiare di dover restituire somme raddoppiate e magari con lavori fatti solo a metà.

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