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Sarkozy e Merkel convinsero Berlusconi a dimettersi: il secondo colpo di...

Nei giorni scorsi è comparso su diversi quotidiani nazionali un articolo ripreso e presentato in forme differenti nel quale viene data la parola a Sarkozy, ex presidente francese che ha svolto una parte importantissima nella storia di Francia ed Europa. Ebbene, Sarkozy ammette che egli e la Merkel convinsero a suo tempo, correva l'anno 2011, Silvio Berlusconi a dimettersi e ad abbandonare il ruolo che aveva fino a quel momento svolto in qualità di Presidente del Consiglio Italiano. Il seguito della vicenda lo conosciamo bene ed è tristemente noto. Vi fu a quel tempo un vero e proprio colpo di stato finanziario voluto da Bruxelles. Un colpo di stato finanziario che impose all'Italia una giunta militare economica, quella del governo di Mario Monti, con tanto di riforme, lacrime e sangue firmate Elsa Fornero. Ebbene, il governo di Mario Monti, espressione diretta dell'eurocrazia dilagante e non certo dell'interesse nazionale, bensì di quello internazionale del capitale finanziario targato Unione Europea aveva un solo obiettivo: imporre le riforme volute dall'UE. Riforme che, in fondo, miravano soltanto a riorganizzare la spesa pubblica e l'assetto della nazione in chiave schiettamente neoliberale. Si trattava insomma di imporre all'Italia un governo che non avesse alcun rapporto con il popolo che aveva votato. Silvio Berlusconi, poteva piacere oppure no, ma era pur sempre stato votato dagli italiani, aveva in qualche modo un rapporto diretto con il popolo che lo aveva votato, il governo di Mario Monti no, in quanto governo tecnico, ossia il nome pudico che viene dato alle dittature finanziarie nel nuovo millennio, il governo Mario Monti non aveva alcun rapporto con il popolo italiano e rispondeva semplicemente alle algide ragioni dei mercati e della plutocrazia neoliberale con sede a Bruxelles. Ora, la recente ammissione di Sarkozy che stiamo oggi commentando non fa altro che suffragare l'ipotesi di fondo che già altre volte abbiamo sviluppato ed espresso. Si tratta, a ben vedere, del secondo colpo di Stato subito dall'Italia in vent'anni. Il primo colpo di Stato fu manipulite, un vero e proprio colpo di Stato giudiziario, teso a demolire la Prima Repubblica, a ciò che si potesse imporre la svolta liberista richiesta dal nuovo ordine mondiale post-1989, e dunque tale da coinvolgere, dopo mani pulite, anche l'Italia. Quell'Italia che non per caso si avviò a quel tempo alla rivoluzione liberale con messa fuori gioco della prima repubblica e passaggio alla seconda. Era anche l'anno di Maastricht il 92, era l'anno del panfilo Britannia, era insomma un anno di riorganizzazione tellurica e radicale del nostro paese. Il secondo colpo di stato fu appunto quello di ordine finanziario voluto da Bruxelles nel 2011. Ricordo ancora una scena che più di altre descriveva la situazione tragica ma non seria del momento in cui gli italiani non sembravano capireciò che stava accadendo cioè appunto un colpo di stato e anzi in non pochi casi giubilavano per la fine dell'epoca di Berlusconi senza capire che si stava inaugurando un'epoca decisamente peggiore Ricordo allora di un girotondo di donne che a quel tempo giubilavano baldanzose per la caduta di Silvio Berlusconi, convinte che finalmente per le donne si aprisse una stagione di diritti e di rispetto, proprio quando, questo è il punto tragicomico, il governo di Mario Monti si accingeva ad alzare impietosamente l'età pensionabile anche per le donne, e ciò in perfetto stile neoliberale. Radaioattività - Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro

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