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Cagliari-Inter 0 a 2, Dumfries e Lautaro regalano la vittoria ai nerazzurri

Vincente e convincente, anche se ancora in rodaggio. L’Inter porta a casa tre punti d’oro contro un Cagliari ostico e…

2 anni ago
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Ròmelu e Remo

Finisce col botto, il mercato giallorosso, per merito di una dirigenza paradossalmente accusata fino a pochissimi giorni fa di non…

2 anni ago
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Le parole di Crosetto svelano la nuova strategia di Fratelli d’Italia: hanno paura di indebolirsi

Volevo aprire una riflessione diversa sul caso Vannacci e riguarda il comportamento del ministro Crosetto: perché Crosetto avrebbe avuto interesse a fare un tweet in maniera assolutamente gratuita, per attaccare il generale Vannacci che si è reso testimone di idee e valori che sono condivise da gran parte degli elettori di Fratelli d'Italia, soprattutto della frangia ex Missina, della frangia più conservatrice? Perché avrebbedovuto fare un tweet del genere? Inimicandosi parte del suo elettorato e ottenendo addirittura il supporto dei progressisti, di personaggi come Renzi, di personaggi che sono all'opposizione del suo governo. Perché un gesto così autolesionista, metterti contro parte del tuo elettorato per compiacere invece chi è all'opposizione? La verità è una: Fratelli d'Italia ha deciso di puntare ai moderati di destra, quindi a quell'ala intercettata soprattutto da Forza Italia. Fratelli d'Italia sa bene che Forza Italia, finita l'enfasi della morte di Silvio Berlusconi, comincia a perdere pezzi, comincia a sgretolarsi e vuole intercettare, quell'elettorato europeista, moderato, quell'elettorato che fino ad oggi non guardava alla Meloni, almeno finché la Meloni non si sarebbeliberata di quei retaggi post fascisti, dei Missini e di quella frangia più conservatrice. La Meloni ha fatto due conti tradendo quello che sono gli ideali e quelli che sono i valori fondativi del suo partito, ne ha fatta semplicemente una questione di numeri e si è resa conto che le conviene molto di più perdere la frangia più conservatrice del suo elettorato, perdere tutti quelli che sono gli ex Missini per poter attingere dal contenitore di Forza Italia e dell'ala moderata del centrodestra. Si rende conto che già con l'operazione sulla guerra con la sua sudditanza assoluta ai diktat statunitensi contro l'interesse nazionale ha già perso tutta un'ala, anche se molto ristretta, di Fratelli d'Italia. Già una grossa fetta si è staccata, quella fetta che oggi entrerà nel contenitore creato da Gianni Alemanno, non è un caso se Alemanno staandando contro la Meloni su diversi temi. Dove la Meloni perde pezzi Alemanno si fa trovare sotto per raccoglierli, quindi la Meloni si è schierata con l'Ucraina e Gianni Alemanno ha creato il comitato fermiamo la guerra dove si dice assolutamente contrario alle scelte della Premier per quanto concerne la questione ucraina. Tutti gli scontenti di Fratelli d'Italia, della gestione della Meloni nel conflitto in corso si staccheranno e finiranno nel contenitore "fermiamo la guerra" che diventerà a breve è un partito. Stessa cosa, tutti quelli che oggi non accettano quanto dichiarato da Crosetto contro Vannacci,  si cominciano a rendere conto che quelli che stanno per essere traditi sono proprio i valori identitari di Fratelli d'Italia. La Matrix Europea - La verità dietro i giochi di potere con Francesco Amodeo

2 anni ago
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Il mental coach analizza le parole di Sarri ▷ “Scioccanti, da giocatore mi sentirei offeso”

Buio pesto in casa Lazio a seguito delle due sconfitte consecutive subite nelle prime due gare di campionato, i biancocelesti…

2 anni ago
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Privatizzazione dei porti: la nuova trovata del Ministro Tajani che fa breccia nel cuore americano

E adesso il ministro del governo della destra bluette neoliberale Tajani propone disinvoltamente la privatizzazione dei porti. Proprio così, la privatizzazione dei porti, come se fosse la cosa più ovvia e più normale del mondo. Tajani ha detto che il governo ha bisogno di fare cassa e dunque a estremi mali bisogna far fronte con estremi rimedi. Si tratterebbe, se mai dovesse avvenire, di un ulteriore tassello nell'esiziale processo di privatizzazione integrale del mondo della vita e ciò secondo quel paradigma americano che ormai sta letteralmente colonizzando e conquistando anche il continente europeo. L'Unione Europea stessa, come più volte abbiamo sottolineato, lungi dal contrastare i processi della globalizzazione neoliberale e ciò che più li ha favoriti nel vecchio continente. La cosa massimamente sorprendente è che la proposta di Tajani provenga con tutta evidenza da un governo, quello di Giorgia Meloni, che ancora ha il coraggio dopo tutto di definirsi, non si sa con quale coraggio, patriota e sovranista. In realtà si tratta, in maniera inconfutabile, di un governo palesemente nemico dell'interesse nazionale e altresì palesemente cultore dell'interesse globalista del capitale no border e della grande finanza del padronato cosmopolitico. Un governo che all'Italia preferisce l'Unione Europea, alla pace preferisce l'imperialismo a stelle e strisce, al bene comune preferisce la logica illogica della privatizzazione integrale, financo dei porti, secondo l'eventualità sbandierata dal ministro Tajani. Detto altrimenti, si tratta di un governo che, al di là degli altisonanti proclami ideologici puntualmente disattesi, si presenta a tutti gli effetti come la continuazione peggiorativa, se mai è possibile, del governo dell'euroinomane di Bruxelles, Mario Draghi. Di questo passo, il governo di Giorgia Meloni potrebbe presto arrivare a privatizzare l'intero mondo della vita, financo l'aria che respiriamo. Sulla questione della privatizzazione dei porti, per una volta tanto si è risvegliata, dulcis in fundo, anche la CGL, che dopo un lungo torporio,se preferite dopo un lungo letargo, è tornata a parlare del tema del lavoro. E lo ha fatto ponendosi, a ragion veduta in questo caso, alla proposta sciagurata del governo di Giorgia Meloni relativa alla discussa idea della privatizzazione dei porti. Meglio tardi che mai, verrebbe spontaneo commentare, ma poco cambia in realtà rispetto alle tendenze esiziali che stanno investendo il nostro paese e che, poco importa se vi sia la destra blu etnoliberale o la sinistra fucsia neoliberale, sono ugualmente all'insegna della privatizzazione integrale del mondo della vita nell'accezione prima richiamata. Sarebbe più che mai necessario oggi difendere l'interesse nazionale e procedere nella direzione opposta rispetto alle privatizzazioni. Bisognerebbe semmai nazionalizzare gli assetti fondamentali dell'economia nazionale. Ma è esattamente ciò che non fanno i governi neoliberali, poco importa se di destra o di sinistra. Radioattività - Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro

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Roma e Lazio, che succede? Avvio horror: è il peggiore dal 1950

Un punto in quattro partite. È quanto raccolto dalle due squadre romane, Roma e Lazio, nelle prime due giornate di…

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Parla l’ex-ministro della difesa Trenta: “Vannacci destituito perché parlò dell’uranio impoverito”

Sulla prima pagina della Verità compare un'intervista all'ex ministro della difesa Elisabetta Trenta, in merito alla questione dell'uranio impoverito risollevata…

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ESG: ecco le nuove norme in entrata nel mercato, i politici italiani hanno riflettuto abbastanza?

Continuo sul tema degli cosiddetti ESG, cioè Environment, Social and Governance, che sono le norme, come sapete, che stanno per entrare sul mercato italiano come su tutti gli altri mercati occidentali. Il rischio ulteriore è che tale approccio ideologico e moralistico si dovrebbe, si deve, può avere, come certamente ha, un approccio asimmetrico sulle diverse imprese in funzione delle diverse dimensioni. Le medie, piccole e micro imprese non hanno la struttura organizzativa e finanziaria sufficiente. Banalmente non possono permettersi le risorse umane per sostenere l'impatto di tali nuove regole allapari con le multinazionali. Le seconde possono distaccare risorse, creare dipartimenti, organizzare team di lavoro, comitati di coordinamento e tutto ciò che serve per essere ISG compliance. Le prime, invece, dovranno adeguarsi nella catena del valore, nella supply chain, nelle norme bancarie di concessione delle risorse finanziarie, ma andranno in enorme difficoltà. L'ipotesi di acquisizione per incorporazione di molte imprese più piccole incapacidi competere strategicamente e la cosiddetta creative distraction di altre incapaci di adequarsi ai tempi mutati mi pare ben più che una possibilità. In sostanza stiamo andando verso un aumento obbligato delle dimensioni richieste per rimanere strategicamente competitivi sul mercato. Michiedo se i politici italiani abbiano fatto questa riflessione considerando che il 99 per cento circa del comparto aziendale nostro avrà questi problemi dimensionali. Vi sto parlando perché prossimamente credo che andrò prima o poi ad un convegno alla Camera a dire queste cose perché da parte del mondo della politica italiana ormai io assisto da almeno 20 anni ad un appiattimento totale al pensiero unico estero vestito, come lo chiamava anche un compianto banchiere, l'avvocato Corrado Sforza Fogliani, che ricordo nelle mie conversazioni con lui. Ebbene, è drammatico questo modo di fare, cioè mettere il cervello all'ammasso. pensare che le multinazionali del mondo possano prendere le decisioni di che cosa sia sociale, di che cosa sia ambiente, di che cosa sia il governo del mondo. Ecco, noi rischiamo di perdere le piccole, medie e micro imprese italiane se non sapranno capire che serve il pensiero strategico, serve cambiare per potersi adeguare a queste norme che non penso il politico italiano. Malvezzi Quotidiani - L'economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi

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Il marketing dietro al libro di Vannacci ▷ Contri: “Ho letto sui giornali una teoria tragicomica”

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