Il lancio di Sentinel-1D segna un passo cruciale per l’osservazione della Terra e il monitoraggio ambientale europeo. Il satellite, entrato in orbita lo scorso novembre, combina tecnologia radar avanzata e sistemi di identificazione marittima, aprendo nuove prospettive per la gestione dei dati scientifici, la protezione civile e la sicurezza marittima. L’Italia, grazie alla collaborazione tra ASI e industria nazionale, gioca un ruolo centrale in questa evoluzione tecnologica.
Pier Bargellini, Program Manager del programma Copernicus di ESA, sottolinea l’importanza del successo del lancio: “Il lancio è stato un evento di grande emozione perché è il culmine del lavoro di qualche migliaia di ingegneri e scienziati in Europa… il Sentinella 1D sostituisce il Sentinella 1A e garantisce i dati per i prossimi almeno dieci anni”. Le prime immagini inviate dal satellite, dall’Antartide alla Terra del Fuoco fino al nord Europa, hanno confermato lo stato di salute della strumentazione e l’efficacia dei dati acquisiti. “Queste immagini ci hanno dato due informazioni essenziali. Primo, lo stato di salute del satellite e dello strumento che sono eccezionali… Secondo, hanno confermato ancora una volta che questa zona è molto critica per individuare gli sviluppi degli effetti dell’inquinamento e del cambiamento climatico”, precisa Bargellini.
Roberto Formaro, Direttore ingegneria e tecnologie dell’ASI, descrive la lunga esperienza italiana: “Si tratta di ricerca dagli anni ‘80… poi negli anni 2000 abbiamo sviluppato questo grande sistema che è il Cosmoskymet. Cosmoskymet è una costellazione di satelliti duale… riesce con la stessa macchina ad acquisire immagini classificate e immagini non classificate”. La collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana, Ministero della Difesa e industria nazionale ha creato una filiera solida di piccole e medie imprese, capace di sviluppare sistemi complessi e all’avanguardia, aggiornati costantemente.
Enrico Zampolini, Capo dell’osservazione e della navigazione di Thales Alenia Space, approfondisce il ruolo dell’industria: “Ogni nave trasmette il proprio identificativo e la propria posizione al satellite… questo permette di monitorare il traffico marittimo. Se una nave non trasmette ma il satellite la sta osservando, è un’informazione molto importante perché vuol dire che quella nave ha qualcosa da nascondere”. Il sistema AIS integrato con le immagini radar consente quindi di coniugare monitoraggio ambientale e sicurezza dei traffici, evidenziando l’interazione tra tecnologia civile e dati strategici.
Il programma Sentinel, insieme a sistemi nazionali come Cosmoskymet, rappresenta un modello europeo di collaborazione tra istituzioni, industria e comunità scientifica. L’osservazione della Terra diventa così un processo dinamico, con dati disponibili on demand per scienziati, protezione civile e controllo ambientale. Come sottolinea Formaro, “questi investimenti hanno condotto alla crescita di una filiera importante… oggi abbiamo un intero ecosistema capace di sviluppare sistemi complessi e sempre aggiornati”.
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