“NON ESISTE SOLO SINNER!” – Nella serata di ieri Lorenzo Musetti ha conquistato la sua prima vittoria alle ATP Finals di Torino, superando l’australiano Alex De Minaur in tre set (7-5, 3-6, 7-5) dopo quasi tre ore di battaglia. Un successo dal sapore speciale: il carrarino ha mostrato cuore, tecnica e maturità, riuscendo a rientrare più volte nel match anche quando sembrava spacciato.
Al termine dell’incontro, Musetti ha commentato con grande sincerità: «Ero stanco, qualche anno fa non avrei mai vinto una partita così. Ho fatto un salto di qualità, ho sofferto ma volevo esserci. Grazie al pubblico, senza di loro non avrei mai vinto».
Ora lo attende la sfida con Carlos Alcaraz, decisiva per la qualificazione in semifinale. Ma al di là del risultato, la prestazione del toscano ha riacceso un dibattito che in Italia sembra ormai inevitabile: quello tra Sinner e Musetti, i due volti opposti del nuovo tennis azzurro.
A scatenare la discussione è stato Gianni Visnadi, voce di Radio Radio Mattino – Sport e News, che ha commentato così la vittoria di Musetti, lanciando anche una frecciata al “sistema Sinner”.
«Ma anche quando non gioca la copertina deve andare a Sinner? Massimo rispetto, ma chi se ne frega… Io tifo Musetti, quindi sono doppiamente contento. Mi diverte vederlo giocare. Ieri ha sofferto, ma ha saputo rientrare con cuore e soprattutto molta qualità tecnica. Vincerà anche di meno, non c’è dubbio. Ma a me Musetti diverte più di Sinner! Gioca meglio, è più bello da vedere».
Parole che rompono la narrazione dominante di questi mesi, dove tutto sembra ruotare attorno al campione altoatesino. Visnadi, pur riconoscendo la grandezza di Sinner, rivendica il diritto di tifare per chi incarna un tennis più “artistico”, meno basato sulla potenza e più sulla creatività e sull’estetica del gioco.
Visnadi ha poi puntato il dito contro il pubblico di Torino, accusato di aver mostrato poco calore per Musetti durante il match con De Minaur:
«Sono rimasto deluso dal pubblico di Torino! Sembrava di giocare in campo neutro. Sarà che conta solo Sinner e nient’altro… La cosa assurda è che la gente ha aspettato gli ultimi game del match per ricordarsi che in campo ci fosse un atleta italiano da tifare!»
Un’osservazione che tocca un nervo scoperto: l’Italia tennistica sembra ormai polarizzata. Da una parte il fenomeno mediatico Sinner, simbolo di rigore e continuità; dall’altra Musetti, più fragile ma anche più estroso, capace di emozionare chi cerca nel tennis non solo risultati, ma anche arte e sensibilità tecnica.
Da un lato il perfezionismo glaciale di Sinner, che ha conquistato pubblico e sponsor con la sua serietà e la costanza di rendimento (oltre alla sfliza infinita di titoli); dall’altro l’estro poetico e la classe di Musetti.
Le parole di Visnadi non fanno che dare voce a una fetta di tifosi che si sente “orfana di fantasia” nel tennis moderno.
Forse, come sempre nello sport, la verità sta nel mezzo: Sinner vince, Musetti incanta. E l’Italia, oggi, ha la fortuna di avere entrambi.
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