Il Napoli è stato più bravo di quanto possa sembrare, in una serata scorbutica per vari tratti e che avrebbe potuto complicarsi ulteriormente.
Gli uomini di Conte hanno attraversato fasi di partita ostiche e stagnanti; il Qarabag ha saputo interpretare per una buona porzione di gara il copione che aveva studiato e che stava riuscendo a metter in atto, facendoselo bastare per due terzi di gara abbondanti. Mettiamoci pure che il rigore fallito da Hojlund al minuto 56 era sembrato un pessimo presagio: invece di innervosirsi, come sembrava prevedibile, il Napoli ha avuto più fame e da quel momento in poi si è “preso” la partita, cosa che nella prima parte non gli era mai del tutto riuscita.
L’ingresso di Politano ha fluidificato la trazione offensiva e offerto più metri per allargare l’azione; le combinazioni con Neres sono stare sempre più erosive per la fase difensiva del Qarabag e hanno stanato progressivamente l’avversario dalle proprie zolle.
McTominay realizza una…quasi doppietta, perché dopo il vantaggio siglato di testa ci piacerebbe assegnargli anche il raddoppio, che risulta essere autogol di Jankovic ma che nasce dalla pregevole girata dello scozzese.
Il risultato serviva come il pane alla squadra di Conte, classifica alla mano e per indispensabile risalita della china a livello morale, in verità già iniziata in campionato contro l’Atalanta.
Nella notte del ricordo di Maradona, con i cori che scandiscono il nome di Diego, il Napoli comincia a riconoscersi e riprende ad arrampicarsi nella classifica continentale, mettendo nel mirino la trasferta del 10 dicembre a Lisbona.
Paolo Marcacci
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