Un punto che vale più per il Toro che per la Juve. Lo 0-0 del derby della Mole sorride ai granata. La squadre di Baroni (oggi in panchina c’era Colucci per la squalifica) prolungano la striscia positiva a sei risultati utili, mostrando esattamente quello che il loro tecnico aveva chiesto alla vigilia: “attenzione, compattezza e dedizione”. I bianconeri di Spalletti, invece, non riescono a superare un avversario chiuso e organizzato, mancando l’aggancio al terzo posto e rischiando di scivolare a -5 dalla zona Champions.
Niente rivoluzioni, questa volta. Spalletti riparte quasi in blocco dalla squadra che ha pareggiato in Champions contro lo Sporting: unico cambio Rugani per Gatti. “C’era bisogno di continuità”, aveva spiegato l’allenatore ai microfoni prepartita. Sul fronte opposto, Baroni cambia un solo tassello rispetto al pareggio col Pisa, inserendo Ngonge per Adams, scelta pensata per dare più imprevedibilità e movimento.
La Juve domina il possesso palla — 75% all’intervallo — ma produce poco. Il 3-4-2-1 di Spalletti, fluido come piace a lui, diventa spesso un 3-2-5 in fase offensiva, ma l’intensità resta bassa.
Il Torino si difende con un 5-3-2 compatto e ordinato, che concede poco e toglie profondità a Vlahovic. Maripán lo tiene a bada con mestiere, Le migliori occasioni juventine arrivano dai lampi di Conceição, che al 7’ e al 26’ mette in crisi la retroguardia granata, ma Paleari è bravo a tenere la porta inviolata.
Sull’unica vera fiammata granata del primo tempo, al 31’, Simeone ha la palla buona su assist di Ngonge, ma un rientro perfetto di McKennie e l’uscita di Di Gregorio gli spengono l’urlo granata in gola.
La ripresa si apre con qualche cambio: Gatti per Rugani, mentre il Toro inserisce Asllani e Adams. Ed è proprio Adams, al 62’, ad avere l’occasione più nitida: errore in disimpegno di Thuram e destro a botta sicura, ma Di Gregorio si allunga e salva i suoi con un grande intervento.
La risposta juventina arriva pochi minuti dopo: Zhegrova pennella un cross da destra, McKennie si inserisce di testa e Paleari vola a deviare in corner. Due interventi da copertina, due portieri sugli scudi in un derby che, a conti fatti, si decide proprio tra i pali. Negli ultimi venti minuti prevalgono nervi e fatica. Spalletti cambia le punte (fuori Vlahovic, dentro Yildiz), ma la Juve resta prevedibile. Baroni, invece, inserisce forze fresche e chiude in crescendo.
Per la Juve, quinto pareggio interno in otto gare allo Stadium e un segnale chiaro: la squadra fatica a trovare ritmo e soluzioni contro avversari chiusi. Spalletti tocca quota 1.000 punti in Serie A — quinto tecnico di sempre a riuscirci — ma non può festeggiare.
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