Dopo l’ufficialità dei giorni scorsi da nuovo allenatore del Genoa, Daniele De Rossi, si è presentato oggi in conferenza stampa, dove ha parlato del suo arrivo in Liguria, delle sue aspettative e dei progetti per la squadra. Un ritorno al calcio che conta, che arriva dopo una carriera da giocatore da incorniciare. Nella speranza, che questo primo contratto fino a giugno 2026 possa dare il là anche a una carriera da allenatore che, fra le brevi parentesi a Ferrara (SPAL) e a Roma, non è ancora decollata veramente.
De Rossi, cosa l’ha convinta ad accettare il Genoa?
“In primis il direttore Lopez. Galliani, dopo l’esperienza alla Spal, mi disse di non scegliere la squadra in base alla piazza ma ai dirigenti. E io qui ho dirigenti con cui mi posso trovare bene, ho sentito subito la loro vicinanza.”
Quanto è importante per lei la comunicazione?
“Fondamentale. Credo nel lavoro dell’allenatore e in quello che fa e riesce a trasmettere ai suoi giocatori. Io dirò sempre la verità, è una mia regola.”
Cosa pensa della possibilità di giocare con il 4-2-3-1?
“Questa squadra ha giocato così perché è stata costruita per giocare col 4-2-3-1. Ci sono margini per poter cambiare ma anche continuare su alcune cose.”
Com’è stata la sua esperienza come dirigente a Ostia?
“Sono ancora dirigente, sono lì con il cuore. Per me è un ruolo importante perché ho iniziato a capire meglio il pensiero che fa un presidente o un dirigente. Ricoprire quel ruolo ti permette di capire come funziona quel mondo.”
De Rossi, il Genoa ha quello spirito comune anche alla Roma e al Boca?
“La vita è piena di coincidenze. Il Boca ha la stessa filosofia dei romanisti. Quando smisi di giocare per la Roma scelsi il Boca proprio per quella passione. Qui mi sento al posto giusto, in cui può nascere un grande amore.”
Domenica non sarà in panchina per squalifica, dopo il rosso preso proprio qui quando allenava la Roma. Casualità?
“Questa coincidenza mi fa sorridere. Non mi meritavo l’espulsione. Ovviamente la pagherò cara perché non mi piace per niente non essere a bordocampo. Da giocatore ho preso qualche rosso, da allenatore non ho fatto niente per meritarmelo.”
C’è voglia di riscatto da parte di chi ha giocato poco finora?
“Io sono appena arrivato, ma qui vanno tutti a mille. Tutti mi hanno dato disponibilità. Ho apprezzato la voglia di questi ragazzi.”
Malinovskyi non giocherà contro la Fiorentina, chi sarà al suo posto?
“L’ho sempre apprezzato come giocatore da avversario. Domenica non ci sarà, ma chi giocherà al suo posto farà la sua partita.”
C’è un errore che si ricorda particolarmente?
“Di errori ne ho fatti tanti, ma l’errore è una cosa che fa parte del nostro lavoro. Bisogna avere la fortuna di essere un tipo autocritico. Fanno parte della crescita dell’essere umano, poi quando cresci provi a modificare qualche comportamento.”
Quale sarà il suo modo per essere trasmesso alla squadra?
“Ogni allenatore trasmette in maniera diversa il suo vivere il calcio. Io trasmetterò il mio modo di essere al Genoa. Voglio vedere gente che pur di non perdere va oltre il proprio sforzo. So che non devo fare appelli ai tifosi, ma dobbiamo portarli dalla nostra parte. Dobbiamo far tornare il Ferraris un inferno.”
Questo weekend doveva essere a Buenos Aires, che ne pensi?
“Era tanto che non ci tornavo, ma meglio così. Sarà un motivo in più per cercare di vincere la prima all’esordio.”
E’ stupito dall’amore dei tifosi della Roma e del Boca?
“A volte non me l’aspetto, ma è bello. Ora però sono concentrato sull’amore di un’altra tifoseria. La Roma è la storia di una vita, il Boca è molto importante. Mi farebbe piacere andarmene tra qualche anno con un’altra tifoseria che mi vuole bene.”
Guardando le partite giocate, che idea si è fatto dei problemi che ha questa squadra?
“Per me è complicato parlarne, perché sarebbe come valutare il lavoro di un mio collega. Se sono qui sicuramente qualche problema c’è stato e lo stiamo analizzando. L’errore più grande che potremmo fare sarebbe cercare in tre giorni di dargli 100 notizie e cercare di portarli subito alla mia idea di calcio. Guardando le partite, penso che non c’è mai stata una squadra che ha schiacciato il Genoa. La gestione emotiva, ma anche quella mentale potrebbe essere una chiave su cui lavorare. Voi ovviamente guardate i risultati, ma la squadra non è mai stata dominata in campo.”
De Rossi, debutterà questo week-end contro la Fiorentina: che Genoa vuol già vedere?
“Se avessi potuto scegliere la squadra da non affrontare al debutto sarebbe stata la Fiorentina. Ha dei giocatori feriti in questo momento, ma anche noi siamo una squadra forte. Voglio vedere il Genoa che ho visto tante volte quando sono venuto a giocare qui. Se lo stadio sarà pieno sarò felice. Questi ragazzi hanno grande voglia, sono in condizioni fisiche eccezionali e di questo ringrazio Vieira per il lavoro fatto. Sarà un Genoa che ci farà ben sperare per il futuro.”
Quanto dovrà adattare le sue idee a questa squadra: il 3-5-2 può essere un’idea di base?
“Gli allenatori devono adattare le loro idee in base al materiale che hanno a disposizione. Bisogna anche sapere dove sei, rapportarti anche con il Dna della società e questa è una che ne ha da vendere. Si gioca in uno stadio incredibile, che dovrà diventare una qualità in più. Stiamo parlando di un materiale importante, di cui sono contento. Abbiamo fretta di fare punti.”
Qui a Genova si può arrivare in diversi modi, che cosa l’ha portata ad accettare questo incarico?
“Il destino. Tante volte si sono chiuse le porte per occasioni che mi sembravano impossibili da perdere. A giugno ho avuto contatti con altre squadre… più che una strada fisica, mi viene da pensare a una strada metaforica. Ho trovato delle porte chiuse e alla fine sono arrivate queste opportunità, come tempo fa per la Roma. Il Genoa è una grande squadra. Per me è un grande onore, e lo dico pensandolo per davvero. Sono emozionato, contento e carico. Penso che questo ruolo vada ricoperto con onore e rispetto di dove si è.”
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