A distanza di settimane dalla chiusura del calciomercato, la Roma continua a far discutere, soprattutto per il mancato arrivo di Jadon Sancho, approdato poi all’Aston Villa. A riaccendere la polemica, in diretta su Radio Radio Lo Sport, è stato un confronto accesissimo tra Enrico Camelio e Daniele Matera, con toni infuocati sul ruolo della società, del direttore sportivo Massara, e dell’allenatore Gian Piero Gasperini.
“Perché difendete a oltranza Gasperini? Pensasse ad allenare… con Sancho ha fatto solo perdere tempo alla Roma!“, ha attaccato Camelio, criticando duramente le scelte tecniche e strategiche. Per lui, infatti, l’affare Sancho era sbagliato in partenza: “Sancho era un giocatore da 83 milioni fra cartellino, ingaggio e commissioni. Non gioca da tre anni. È una follia. Tutti dicevano che non si allenava, e la Roma si è incaponita per settimane su di lui”.
Il confronto si è spostato anche sulle responsabilità dirette nel mercato. Secondo Matera, Massara avrebbe sprecato due settimane a Londra per un’operazione mai realmente chiusa: “Che cosa ha fatto Massara due settimane a Londra? Ha preso un tè? Alla fine ha portato solo Tsimikas in prestito secco”.
Camelio, invece, ha puntato il dito su Gasperini, reo di aver insistito su un’operazione insostenibile: “Sancho era un’operazione portata avanti direttamente da Gasperini. Per me la Roma ha perso tempo. E non mi venite a dire che Sancho voleva venire: non ci ha mai pensato”.
Il dibattito si è allargato al più ampio contesto delle strategie di mercato e alla tenuta del rapporto tra allenatore e società. Matera ha messo in evidenza le dichiarazioni contrastanti tra Massara e Gasperini: “Prima della partita contro il Bologna, Massara dice una cosa e due ore dopo Gasperini un’altra. C’è qualcosa che non torna”.
Camelio ha sottolineato il caos comunicativo: “Gasperini ha cambiato versione tre volte. Prima ha detto di essere a conoscenza della situazione della Roma, poi ha voluto Sancho a tutti i costi. Alla fine, è solo confusione”.
La discussione si è chiusa su una riflessione generale: è mancata una visione chiara. Tra operazioni sfumate come Echeverri e Ríos (con commissioni ritenute troppo elevate), e l’alternanza di versioni tra i protagonisti, emerge un quadro poco coerente. “La società aveva vincoli stringenti e ha fatto scelte sbagliate. Sapendo che Gasperini voleva attaccanti, andava accontentato. E’ stata una delle conclusioni condivise.
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