Un’Italia pazza, folle e irriducibile. Così Xavier Jacobelli ha definito la Nazionale di Rino Gattuso, reduce dal clamoroso 5-4 contro Israele a Debrecen. Una vittoria sofferta, con errori marchiani in difesa e una reazione di carattere che ha consegnato tre punti fondamentali sulla strada per i Mondiali 2026.
“Questa Italia ha un marchio di fabbrica conclamato, si chiama Rino Gattuso – ha sottolineato Jacobelli –. In otto giorni ha trasformato psicologicamente e caratterialmente una squadra che balbettava calcio”. Il giornalista ha ricordato come gli Azzurri, dopo il ko con la Norvegia, avessero complicato il cammino mondiale, mentre ora “la vittoria di Debrecen è molto più importante di quanto non si pensi”. Gattuso stesso ha ammesso la necessità di migliorare la retroguardia, ma ha esaltato la mentalità della squadra.
Il dato più clamoroso è quello dei 10 gol in due partite. “Per anni abbiamo invocato un bomber, ora ne abbiamo due: Kean e Retegui – ha osservato Jacobelli –. Poi c’è Raspadori, il miglior dodicesimo uomo possibile”. Kean ha firmato una doppietta, Retegui ha servito due assist, mentre Politano e Locatelli hanno inciso da protagonisti. “Il reparto offensivo funziona meglio di tutti – ha spiegato Jacobelli –. Quello difensivo invece ha bisogno di essere totalmente registrato”.
Se l’attacco brilla, la difesa resta il punto debole. Gli autogol e i blackout difensivi hanno rischiato di compromettere il risultato: dal 4-2 al 4-4 nel finale, con due reti incassate tra l’87’ e l’89’. “È evidente che la retroguardia debba essere rivista – ha commentato Jacobelli – ma ciò che conta soprattutto è il temperamento. Finalmente vediamo una squadra che si batte fino all’ultimo respiro”.
Il gol decisivo di Tonali ha regalato un 5-4 che entrerà negli archivi. Per Jacobelli questa vittoria “risulterà molto importante nel bilancio del girone di qualificazione”. La Nazionale si è rimessa in corsa per il secondo posto, in attesa dello scontro diretto di novembre con la Norvegia a San Siro. “Gli Azzurri hanno affrontato Israele senza la necessaria concentrazione nel primo tempo – ha concluso –. Ma nell’intervallo Gattuso ha toccato i tasti giusti e abbiamo visto un’altra Italia”.
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