Angelo Fabiani, direttore sportivo della SS Lazio, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radio Radio Lo Sport per chiarire la sua posizione e fare il punto sul momento del club biancoceleste. Un intervento atteso, soprattutto alla luce delle polemiche sollevate negli ultimi giorni a causa della sua temporanea assenza dalla scena pubblica.
Come anticipato anche nell’edizione odierna de “Il Tempo”, il dirigente ha tenuto a precisare che il suo allontanamento è stato legato a motivi personali, smorzando i toni delle critiche e sottolineando il proprio impegno costante per il progetto Lazio. “Altro che ferie! È vero sono stato fuori. Ma per trascorrere il giorno del compleanno con la mia famiglia…“, ha dichiarato Fabiani, rispondendo con decisione alle polemiche.
Nel frattempo, la squadra ha concluso la tournée in Turchia, durante la quale ha affrontato il Fenerbahce (sconfitta) e il Galatasaray (pareggio). Dopo il rientro a Roma nella notte, i biancocelesti hanno goduto di due giorni di riposo prima di riprendere la preparazione a Formello questo martedì pomeriggio alle ore 18:00.
Mercoledì è prevista una doppia seduta di allenamento, mentre giovedì 7 agosto la squadra lavorerà sotto lo sguardo attento del CT della Nazionale, Gennaro Gattuso. Venerdì mattina è previsto un ultimo allenamento prima della partenza per Manchester, con destinazione finale Burnley, dove sabato la Lazio affronterà i Clarets in quella che sarà la penultima amichevole pre-campionato. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 16:00 italiane al Turf Moor.
Nel corso dell’intervista, Fabiani ha voluto ribadire la linea strategica del club, incentrata sulla crescita del gruppo e sulla volontà di non cedere nessun elemento chiave. Il suo messaggio è chiaro: la Lazio guarda avanti, cercando continuità tecnica e fiducia nel lavoro di mister Sarri, nonostante le difficoltà del momento.
«Io ho assunto questo incarico con un progetto triennale, e ho detto fin da subito che non avrei dato via i pezzi migliori. Credo nel lavoro, credo nell’onestà, credo nella professionalità di tutti quelli che lavorano all’interno della Lazio. Se non credessi in questo progetto, non avrei nemmeno accettato il ruolo. Io vado avanti finché ho la responsabilità tecnica. A un eventuale fallimento seguirà un eventuale dimissione del sottoscritto. Se fallisco, me ne vado. È un impegno preso con me stesso, con la società e con i tifosi».
Duro sfogo anche sulla polemica degli ultimi giorni. «Mi dicono “Fabiani invece di lavorare sta in vacanza”. Premesso che se il giorno del mio compleanno raggiungo la mia famiglia per stare con loro non ci vedo nulla di male, non capisco questo accanimento. Prima di parlare, bisognerebbe capire cosa attraversa un uomo: io in questi due mesi ho avuto problemi familiari gravi, malattie serie che hanno colpito mio figlio e mia sorella. Quando si tocca la sfera familiare è chiaro che ci si altera. Mi si può dire che sono un incompetente, un incapace – fa parte del mestiere – ma non accetto che questo accattone, che si nasconde dietro Facebook, parli della mia vita privata. Mi auguro un giorno di incontrarlo e spiegargli che non si trattava di vacanze, ma di cose più importanti che gli auguro di non dover mai affrontare».
Sul suo piano di sviluppo della Lazio: «Noi abbiamo riconfermato Pedro, che secondo me lo riconfermerei per altri dieci anni, perché anche dopo il calcio giocato è un uomo importante, è un uomo spogliatoio, è un professionista dentro e fuori dal campo. In realtà, il mio modo di concepire il calcio è quello di andare alla scoperta di giovani elementi e non trentenni. Qualcuno mi potrà dire che avevo preso Gigot, che è un po’ datato, sì è vero, ma ci sono dei momenti topici della stagione in cui devi fare delle scelte, questa è una scelta un po’ forzata. Per quanto riguarda Insigne, di cui si è parlato ultimamente, no, quella è stata una cosa più suggestiva che altro. Insigne è un grandissimo giocatore, ha fatto un’esperienza oltreoceano, ma credo che non rientri nei parametri di una ricostruzione del programma della Lazio, anche perché un uomo guida, un uomo spogliatoio, un professionista ce l’abbiamo già, e io lo riconfermerei volentieri per altri dieci anni, anche dopo il calcio giocato».
Sull’ambiente e il successo della campagna abbonamenti: «I tifosi vanno ringraziati. Stiamo sui 28/30 mila abbonati. E a chi fa uno sforzo così adesso va tutta la nostra solidarietà e il ringraziamento, qui non c’è nessun dubbio. Io però mi rendo conto delle difficoltà e vorrei esprimermi in maniera chiara. Il calcio è sotto la lente dei media, dei giornali, dei siti, e questo a volte può danneggiare tutte quelle situazioni collaterali che ruotano attorno a una società di calcio. Però sul calcio giocato, quello che riguarda me direttamente, bisogna essere moderatamente fiduciosi perché questa squadra lo scorso anno ha prodotto numeri interessanti, anche se non importanti. Pur avendo perso alcune partite, specialmente in casa, è arrivata fino ai quarti di finale in Europa League. E fino all’ultima giornata si è giocata qualcosa di importante per centrare l’Europa».
«Ci sono tre indici che se superati bloccano il mercato: ammortamenti, costo del lavoro allargato e spese infrastrutturali. Purtroppo, per una svista di un milione e mezzo di euro, una posta che avrebbe potuto essere inserita a giugno è stata inserita a marzo, e questo ha fatto scattare il blocco. È stata una svista, perché siamo una società quotata in Borsa con tanti controlli, e se quell’ammortamento fosse stato spostato al prossimo anno non sarebbe successo. Chiediamo scusa, ma sono fiducioso che dopo il temporale venga il sereno».
«Io mi assumo tutte le responsabilità, ma dopo 30 anni in questo mestiere credo di sapere quello che faccio. Ho detto da inizio anno che non avrei mai venduto i pezzi migliori, perché sono la vera forza della società. Abbiamo un organico importante e credo possa fare bene fino a fine campionato. Lo scorso anno, tra Coppa e campionato, abbiamo prodotto numeri buoni: siamo arrivati ai quarti di finale in Europa e fino all’ultima giornata eravamo in corsa per la Champions. Voglio pensare che l’attuale Lazio sia la bella Lazio di inizio stagione, e guardiamo avanti con fiducia».
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